La luna di miele tra il presidente del Consiglio e le parti sociali sembra essere finita visti i distinguo dei sindacati rispetto a una stretta sul possibile riassetto delle pensioni.
Comincia così oggi il rush finale che porterà la manovra sul tavolo del Consiglio dei ministri di lunedì: il premier vedrà domani le forze politiche (non un incontro unico, ma confronti separati con i partiti: Casini alle 10.30, Alfano alle 12, Bersani alle 21) e domenica sarà la volta di sindacati e regioni. Mentre già lunedì, secondo fonti parlamentari, Monti potrebbe illustrare alla Camera il pacchetto di misure.
Bonanni: siamo per una trattativa
La via per il premier è stretta, ma il presidente del Consiglio vuole accelerare i tempi. Sia la Cgil che la Uil hanno però fatto capire che preferirebbero interventi di riduzione del carico fiscale per imprese e cittadini, piuttosto che una stretta sulle pensioni. Mentre la Cisl di Raffaele Bonanni si smarca e oggi apre a una possibile riforma. «Siamo per una trattativa, un confronto serrato – chiarisce il segretario – stiamo parlando di problemi di milioni di persone, problemi delicatissimi che hanno bisogno di una giustificazione per qualsiasi soluzione si intraprenda».
La Cisl frena sull’ipotesi dello sciopero
Bonanni ribadisce poi che ogni eventuale decisione «deve essere improntata sull’equità». «Sappiamo – aggiunge – che andiamo verso soluzioni rigorose, ma il presidente del consiglio ha promesso al Senato e alle parti sociali, che ogni decisione sarà sorretta da equità ed è quello che chiediamo». Aperture che fanno il paio con le perplessità di Bonanni sull’eventuale ricorso allo sciopero per bloccare il piano Fornero. «C’è chi protesta e chi decide e poi in mezzo ci sono i pensionandi che sopportano una mazzata che non hanno mai ricevuto così forte. Noi a questo scenario non ci stiamo – ha concluso – siamo per trovare responsabilmente soluzioni».
Camusso: non vedo tracce di equità
«Della famosa questione “paghi chi non ha mai pagato” non vedo le tracce. Sono pronta a farmi stupire» dal Governo, durante l’incontro di domenica. Lo ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, durante la presentazione del libro di Maurizio Landini. La leader sindacale ha aggiunto: «Siamo ancora affascinati dalla parola equità che il presidente del Consiglio ha usato durante la presentazione del suo programma in Parlamento, ma il giudizio vero lo daremo domenica».
Casini: appoggio convinto al governo
Differenze che si ripropongono anche tra i partiti. Dove l’unico ad assicurare un appoggio senza se e senza ma alla linea Monti è il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini che assicura al premier l’appoggio del Terzo polo «non per vigliaccheria ma per convinzione». «A Prodi e a Berlusconi abbiamo chiesto per anni le riforme strutturali, come quella delle pensioni, per superare gli squilibri che oggi penalizzano i nostri figli. Dopo anni di rinvii, oggi Monti affronta questa questione e altre che la politica finora non ha risolto».
Di Pietro fissa i paletti. E il Pd si divide sul riassetto della previdenza
Chi mette invece le mani avanti è il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. «Non siamo contrari al ritocco delle pensioni ma dipende da quale ritocco e quali pensioni. Chi paga per 40 anni i contributi non deve essere toccato, altra cosa sono le doppie e triple pensioni che sono esagerate. Ecco perché su Ici, pensioni e patrimoniale distinguiamo tra chi può e chi no». Un paletto chiaro, insomma. Mentre i democratici appaiono in difficoltà e divisi tra chi sostiene la riforma delle pensioni e non considera il superamento dei 40 anni di contributi come un tabù e chi invece difende lo status quo. Stefano Fassina, responsabile Economia dei democratici, prova a cercare una difficile sintesi. «Il programma del governo Monti non è il programma del Pd, e se il Pd voterà qualcosa che è diverso dal suo programma, non vuol dire che cambia programma».
Alfano: vedrò Monti con grande apertura di spirito. Sacconi cauto sulle pensioni
Ma anche il Pdl si muove sotto la spinta di diversi orientamenti. Il segretario Alfano dice che vedrà Monti «con grande apertura di spirito», ma la manovra «non è però un provvedimento economico insapore e incolore come l’acqua. Quindi vogliamo quale sapere quale sarà il suo colore e il suo sapore». Basta, però, sentire l’ex ministro Maurizio Sacconi per capire che sul “colore” le posizioni dentro il partito sono molto diverse. A cominciare dalle pensioni. «È necessario evitare innalzamenti troppo drastici dell’età minima obbligatoria magari coniugati con un anticipo del calcolo contributivo perché l’effetto per molte donne sarebbe quello di un’attesa nella disoccupazione di una pensione di entità inferiore a quella programmata». Quanto alla Lega c’è spazio anche per la polemica del governatore Roberto Cota che parla di «sgarbo istituzionale» riferendosi alla scelta del premier di convocare domenica regioni e parti sociali. Il motivo? Quel giorno si riunirà anche il Parlamento Padano. «Non andrò a Roma. Sono abituato a rispettare i miei impegni, non si agisce così».
Ilsole24ore.com – 3 dicembre 2011