«PATTO FISCALE» Esteso da tre a cinque periodi d’imposta l’accordo di ruling internazionale Bonus ricerca solo dopo il via libera della Ue
Arriva in extremis al Consiglio dei ministri di questa mattina il pacchetto sviluppo. Il provvedimento collegato alla legge di stabilità taglia il traguardo in forma di disegno di legge e non di decreto, come era stato preannunciato da oltre due mesi con tanto di possibile titolo («Fare 2» o «Destinazione Italia»). Il risultato finale appare meno ambizioso delle intenzioni. Per problemi di impatto sulla finanza pubblica salta la norma «per la riduzione del costo dell’energia elettrica» attraverso la riduzione degli oneri delle rinnovabili sulla bolletta mediante bond emessi dal Gse. Da questa misura, lo Sviluppo economico contava di ottenere risparmi, in buona misura per le imprese, tra 2 e 3 miliardi.
Nella versione finale del Ddl non compare neppure la semplificazione della portabilità dei conti correnti, misura che tuttavia potrebbe essere recuperata come emendamento alla stabilità. Tra le new entry del testo finale di 15 articoli, invece, figura un rafforzamento del “patto fiscale” tra Agenzia delle entrate e multinazionali. Si estende da tre a cinque periodi d’imposta (compreso quello di stipula) la validità dell’accordo di ruling internazionale che consente di definire in anticipo, rispetto all’investimento preventivato, le regole, i meccanismi e i livelli del prelievo fiscale. L’applicazione viene inoltre estesa, relativamente ai requisiti che configurano una stabile organizzazione in Italia. Arrivano semplificazioni per la concessione di visti di ingresso in Italia connessi a startup oppure ad iniziative di investimento e mecenatismo. Entrano all’ultimo momento anche procedure semplificate per l’avvio delle attività economiche e di iscrizione nel registro delle imprese.
Trova conferme nel testo il nuovo credito di imposta per investimenti in ricerca, da coprire con 200 milioni annui per tre anni di fondi Ue, ma servirà il via libera della Commissione europea. Ridotto da 7 a 2 anni l’arco temporale del credito d’imposta per le imprese che investono nei siti industriali da bonificare. Pronti al via libera il pacchetto per facilitare i mini-bond, la liberalizzazione dei grandi affitti commerciali e il fondo di garanzia per i grandi progetti di innovazione industriale finanziati dalla Bei. Nonostante le polemiche della scorsa settimana e la contemporanea esistenza di un tavolo di settore, si procederà anche con il riassetto della rete dei carburanti che dovrà portare alla chiusura di circa 5mila impianti.
Tornando al pacchetto energetico, resistono alcune norme che hanno comunque impatto minore rispetto all’ambizioso piano che si sosteneva sull’emissione di bond Gse. Ci sarà un sistema incentivante opzionale offerto ai produttori di energia rinnovabile, per distribuire nel tempo parte degli oneri e valorizzare l’intera vita tecnica degli impianti. Viene modificato l’istituto del “ritiro dedicato”, cioè del prezzo che paga il Gse per l’energia elettrica derivante da impianti a fonti rinnovabili programmabili di potenza fino a 10 mw o da impianti (di qualunque potenza) non programmabili. La norma porterà un mini taglio degli oneri: 170 milioni l’anno.
Oggi è atteso a Palazzo Chigi anche un altro collegato, quello ambientale, già esaminato la scorsa settimana in Cdm dove non è mancato un acceso confronto su alcuni punti. Tra questi c’è quello della moratoria sugli inceneritori. Sarà di fatto il mercato – secondo l’ultimo testo – a decidere se ci sarà bisogno di nuovi impianti (non più un decreto) grazie alla rimozione del vincolo regionale sulla circolazione dei rifiuti solidi urbani che oggi non possono essere spostati da una Regione all’altra salvo accordi ad hoc. Prevista anche una norma contro le carrette del mare che introduce una responsabilità per dolo e colpa grave anche per i proprietari dei cargo in caso di incidenti in mare con gravi danni per l’ambiente.
Il Sole 24 Ore – 15 novembre 2013