Confartigianato: nel resto dell’Unione europea sono fermi all’8,4%. La spesa sanitaria è salita del 64,1% dal 2000
Le spese per servizi e prodotti sanitari in Italia sono aumentati del 14,1% in cinque anni, a fronte di un +8,4% nell’Eurozona nello stesso periodo. Dal 2007 a oggi, quindi, il divario è aumentato di 5,7 punti in più rispetto agli altri Paesi.
MEDICINALI E ATTREZZATURE – Lo rileva un rapporto di Confartigianato presentato nell’ambito del Festival della Persona, che si conclude sabato ad Arezzo. A far registrare i maggiori rincari sono stati medicinali, prodotti farmaceutici, attrezzature e apparecchiature medicali. In questo caso, infatti, nell’arco di tempo considerato i prezzi sono saliti del 13,6%, a un ritmo quasi triplo rispetto al 5,0% dell’Eurozona. Uno spread sanitario elevato, e resta alto anche quello dei servizi ambulatoriali: in Italia salgono del 18,0%, 7,6 punti oltre la soglia media del 10,4%.
SPESA PUBBLICA MONSTRE IN 10 ANNI – A spaventare, però, è il divario – in questo caso tra il 2000 e il 2011 – della spesa pubblica per la sanità: in Italia è cresciuta a velocità doppia rispetto al Pil: + 64,1% contro il 31,9% del Prodotto interno lordo. E per il 2012 la cifra spesa è di 114,5 miliardi, pari al 7,2% del Pil e al 14,2% della spesa pubblica complessiva.
INCREMENTI MODESTI AL SUD – Le regioni che in questa fase hanno vissuto una crescita maggiore sono il Friuli Venezia Giulia con un aumento del 75,2% (battuto solo dalla provincia autonoma di Trento: +87,3%), il Molise (+75,1%) e la Lombardia (72,3%), poi Sardegna, Emilia Romagna, Lazio e Valle d’Aosta tutte comprese tra il 66 e il 70% (Guarda la dinamica della spesa del Servizio Sanitario Nazionale per Regione – pdf). Le dinamiche meno accentuate riguardano, invece, l’Abruzzo con il 43,9% davanti alla Calabria (47,9%) e alla Campania (50,0%). Sotto alla soglia del 55% anche Liguria, Piemonte e Marche. Per quanto riguarda i dati dello scorso anno, l’Italia ha speso in media 1.851 euro per ogni abitante. La spesa più elevata è stata registrata a Bolzano con 2.256 euro per cittadino, seguita dalla Valle d’Aosta con 2.222 euro e da Trento con 2.209 euro. La spesa sanitaria pro capite più bassa è stata invece in Calabria, con 1.704 euro per abitante.
LE SPESE 2008-11 DELLE REGIONI – Considerando soltanto il triennio 2008-11, il disavanzo sanitario regionale (tabella in pdf) si è rivelato particolarmente pesante in Lazio (4.958 milioni, pari al 45,0% del totale), in Campania (2.337 milioni, pari al 21,2%), in Puglia (1.103 milioni, pari al 10,0%), in Sardegna (786 milioni, pari al 7,1%), Calabria (632 milioni, pari al 5,7%) e Sicilia (592 milioni, pari al 5,4%). Restano, invece, in attivo l’Emilia Romagna con 113 milioni, seguita da Bolzano con 65 milioni, dal Veneto con 63 milioni, dal Friuli Venezia Giulia con 59 milioni, dalle Marche con 52 milioni, dalla Lombardia con 45 milioni, dall’Umbria con 32 milioni e dal Piemonte con 28 milioni. Questo equilibrio incide, a livello nazionale, per 182 euro per abitante. In Lazio pesa per 865 euro pro capite, mentre tra le regioni che registrano addirittura un saldo in positivo ci sono Bolzano con 128 euro per persona, Friuli Venezia Giulia con 47 euro, e si arriva fino a Piemonte (6 euro per abitante) e Lombardia (4 euro).
Corriere.it – 29 settembre 2012