Sul calendario del Carroccio la data di domani è segnata con il circoletto rosso: a Milano c’è il consiglio federale e, visto come è andata domenica scorsa alle regionali in Emilia, in via Bellerio si respira già aria da resa dei conti. Spieghiamo: il segretario Matteo Salvini si è potuto intestare il notevole risultato emiliano, con il Carroccio che ha più che doppiato Forza Italia, e il suo successo personale ha in pratica sgomberato il campo da ogni possibile discussione in merito alla leadership del partito.
La guida e la linea del movimento sono le sue; per gli altri – leggi Flavio Tosi, che per altro, sullo stesso Salvini, nutre ancor più perplessità come eventuale riferimento di tutto il centrodestra – si prega di tornare più avanti.
Che il clima sia già bello «caldo» lo dimostrano le parole del sindaco di Padova Massimo Bitonci, un salviniano ante litteram e già sfidante di Tosi per la segreteria regionale: «All’incontro di Milano non si può mancare per nessuna ragione al mondo – dice trattenendo un accenno di soddisfazione -. Sarò là con il governatore Luca Zaia, credo che non mancheranno gli spunti interessanti». Quali? Bitonci non esplicita, ma è facile intuire: ci si aspetta un Salvini a muso duro con Tosi, che magari ponga un veto alle liste civiche che il sindaco di Verona vuole presentare alle prossime elezioni regionali in Veneto. Andrà così? Tosi ha già fatto sapere: «Lo statuto è chiarissimo, decide il consiglio nazionale del Veneto, sulle alleanze come sulle liste civiche». Ma l’esito delle regionali emiliane potrebbe, come detto, cambiare gli equilibri in campo. Bisognerà quindi aspettare domani: l’appuntamento è fissato per mezzogiorno.
Intanto, comunque, Bitonci mette in chiaro il suo pensiero: «Ora abbiamo un leader, Salvini – afferma -. Devo dire, tuttavia, che non ho mai avuto dubbi sul fatto che, dopo un periodo di difficoltà, sarebbe stato proprio Matteo a prendere in mano il movimento. È stato parlamentare con me, sin dall’inizio ne ho apprezzato le doti di grande comunicatore: d’altronde è nato come giornalista radiofonico, no ? La forza di Matteo è stata quella di non essere mai cambiato, altro che deriva lepenista o estremista: si è sempre battuto, e io con lui, sui temi importanti che stanno a cuore alla gente».
Il sindaco di Padova, però, nella sua analisi, fa un passo ulteriore. «In lui si manifesta il successo di una generazione di 40enni con le idee chiare, che la gente sa apprezzare e riconoscere: sta succedendo lo stesso, sull’altro fronte, anche con Matteo Renzi, che è riuscito a crearsi una personalità forte, identificabile. Se fate caso, in televisione il premier ripete sempre le stesse cose. Il fatto è che in questo momento – spiega Bitonci – i partiti stanno dando messaggi molto confusi, sia in campo economico, che in campo sociale. Per questo emergono figure carismatiche, come Salvini. Per altri, per chi cioè cerca vie di mezzo o tende alle sfumature, non c’è spazio». Che il sindaco pensi anche in questo caso a Flavio Tosi e alla sua idea di Lega? Glielo chiediamo esplicitamente. E questa è la sua risposta: «È un periodo in cui il grigio non va bene – taglia corto Bitonci -. Nel panorama di centrodestra ci sono alcuni giovani, è vero; ma onestamente non emergono figure importanti come quella di Salvini». La questione, dunque, sembra chiusa.
In vista delle elezioni regionali, invece, paradossalmente per la Lega potrebbe proporsi un altro problema: l’eccesiva debolezza dell’alleato Forza Italia, che potrebbe avvantaggiare nello scontro finale la coalizione del centrosinistra. Bitonci la vede così: «Credo che il centrodestra non si debba spaccare – sostiene -, in Veneto il leader è Luca Zaia, ma è importante che alle spalle lui venga appoggiato da una coalizione forte. Come fare? Guardiamo a quello che è successo alle elezioni amministrative di Padova dello scorso giugno: nonostante presentasse persone in gamba, alcune delle quali oggi sono anche in giunta con me, Forza Italia ha preso pochi voti. Per questo vedo bene l’esperienza delle civiche: quello che perderanno i forzisti, potrà benissimo recuperarlo la lista personale di Luca Zaia».
Anche Bitonci, a dire il vero, poche settimane fa aveva paventato l’idea di una propria civica da presentare alle regionali. Sul punto, tuttavia, la situazione sembra congelata.
«Molti mi chiedono di presentare un mio simbolo – sottolinea il sindaco di Padova -, però per me la priorità assoluta è che vinca la coalizione di centrodestra e che governi Zaia. Il resto è secondario, non sono malato di poltronite. Guardo sempre quelli che sono gli obiettivi concreti. Quello che sta scadendo, a livello politico, è l’assenza di concretezza, di visioni: il centrosinistra come potete vedere fa ragionamenti solo sulle persone. Cioè Moretti sì o Moretti no. Quella, per altro, non c’entra nulla con il ruolo di governatore. Si farà la ceretta, ma alla gente questo non interessa. A Palazzo Balbi ci vuole uno che risolva problemi».
Giovanni Viafora – Corriere del Veneto – 27 novembre 2014