I nuovi sgravi Irap allo studio del governo potrebbero essere legati all’avvio della riforma del mercato del lavoro. L’ipotesi sarebbe quella di destinare le agevolazioni alle imprese che assumono con i nuovi contratti a tempo indeterminato e a tutele crescenti.
Sempre per le imprese si starebbe studiando il rafforzamento dell’Ace, il meccanismo che aiuta la capitalizzazione, mentre sembra difficile un’estensione della platea dei beneficiari del bonus Irpef, e perde quota anche l’idea di inserire in busta paga una parte del Tfr. Sul fronte dei tagli, pubblicati ieri i nuovi prezzi «benchmark» della Consip per gli acquisti dei beni e servizi della pubblica amministrazione, si starebbero valutando i possibili risparmi sulla sanità con l’introduzione di un parametro di reddito per la detrazione Irpef del 19% delle spese. Nel weekend i tecnici del ministero dell’Economia, insieme all’Ufficio parlamentare di Bilancio, definiranno il nuovo quadro di previsioni su cui costruire la legge di bilancio 2015. La nota di aggiornamento al Def arriverà difficilmente prima di mercoledì in Consiglio dei ministri, e conterrà, oltre al quadro macroeconomico tendenziale, anche gli obiettivi programmatici, cioè gli effetti delle misure che saranno adottate con la legge di Stabilità, entro il 15 ottobre.
La nuova caduta del prodotto interno lordo dovrebbe spingere l’esecutivo a rinviare il pareggio effettivo di bilancio al 2017, evitando una manovra correttiva pesante nel prossimo anno: su una manovra lorda da poco più di 20 miliardi, per la riduzione del deficit sarebbero destinati circa 4 miliardi. Il bonus di 80 euro sarà confermato, ma molto difficilmente allargato a partite Iva o ai pensionati. Anche se i dati Inps-Istat confermano che in molte regioni, soprattutto del Sud, la pensione è tra le principali fonti di reddito (in Calabria arrivano al 21,8% del pil). Nel 2012 la spesa per le pensioni è cresciuta dell’1,8% a 270 miliardi. In media le più elevate sono in Lazio (19.163 euro), le più basse in Basilicata (13.858 euro). Nel Nordovest le pensioni di vecchiaia sono il 60%, quelle assistenziali il 13%. Nelle isole quelle di vecchiaia non arrivano al 40% del totale, e quelle assistenziali giungono al 27,7%.
Mario Sensini – Il Corriere della Sera – 27 settembre 2014