Sanità, direttori generali sotto la lente. Ai medici negati i tabulati attestanti le ore di servizio in eccesso. In arrivo una black list e denunce per omissioni di atti di ufficio
Direttori generali delle strutture sanitarie pubbliche sotto la lente. Il rischio, infatti, è che arrivino in massa denunce per omissione di atti d’ufficio. Iniziano a essere molti, infatti, i casi in cui i direttori si sono rifiutati di fornire ai medici, in alcuni casi anche per iscritto, i tabulati attestanti le ore di servizio svolte in eccesso.
Questo l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Consulcesi Group, la società leader nel settore della difesa dei camici bianchi anche per quanto attiene il mancato rispetto delle direttive comunitarie sul rispetto degli orari di lavoro. Nei casi che sono stati posti all’attenzione della società, in particolare, i soggetti interessati hanno negato «ai sanitari i tabulati attestanti le ore di servizio svolte in eccesso, in violazione della legge 161/2014», ha spiegato Consulcesi tramite una nota diffusa nei giorni scorsi. «Tale legge», ha proseguito la società, «è entrata in vigore nel novembre dello scorso anno per dare applicazione alla direttiva europea 2003/88, in base alla quale deve essere garantito il limite di 48 ore di lavoro e delle 11 ore di riposo. Diritto che, però, in numerose strutture senza lo sblocco del turnover non è stato possibile garantire».
Il rifiuto da parte dei direttori, però, non può essere senza conseguenze. «La mancata produzione dei documenti richiesti può avere, infatti, due diversi risvolti giudiziari», ha spiegato Consulcesi, «uno è di tipo risarcitorio per la creazione di danni connessi alla mancata conclusione del procedimento nei termini di legge (Art. 2 bis L. 241/90) e la condanna a provvedere. L’altro, invece», ha precisato la società, «sfocia nel penale con la contestazione del reato di omissione di atti d’ufficio per il pubblico ufficiale che entro 30 giorni dalla richiesta, non compie l’atto e non risponde spiegando le ragioni del ritardo. In questa fattispecie la condotta di omissione non motivata di atti richiesti viene punita se ricorrono tre requisiti: la richiesta formale dell’interessato; il mancato compimento dell’atto entro 30 giorni dalla ricezione delle richiesta; la mancata esposizione all’interessato, nello stesso termine, delle ragioni del ritardo». Oltre le vie legali, poi, in arrivo anche una black list ad hoc. «Con l’aiuto dei medici coinvolti avvieremo la pubblicazione di una black list per far emergere chiaramente le strutture coinvolte in questa violazione e per sostenere le tante che collaborano in modo corretto con i loro dipendenti», ha fatto sapere Consulcesi, «grazie alla collaborazione di tanti direttori generali e di numerose strutture che hanno anche appoggiato i dipendenti nelle loro azioni di rivalsa contro lo Stato sono stati importanti risultati raggiunti»
ItaliaOggi – 9 luglio 2016