«È questo l’attivo fiscale del Veneto, chiedo perciò al Governo i finanziamenti per realizzare la nuova struttura padovana»
«La Regione, forte di un attivo fiscale da 16 miliardi, chiede a gran voce al Governo risorse per la costruzione di nuovi ospedali, a partire da quello di Padova». A ribadirlo è stato ieri il governatore Luca Zaia, al termine della riunione di Giunta: «Quella degli ospedali è una bella partita; siamo in queste ore a Roma per discutere i finanziamenti del famoso articolo 20 che sono risorse che Roma dà a noi, ma che sono soldi dei veneti, visto e considerato che 16 miliardi di tasse dei veneti vanno a Roma e ci restano». Nel grande ragionamento per una nuova cittadella sanitaria a Padova ovest, finora si era partiti da quello che si riteneva un dato di fatto: l’arrivo di 35 milioni, ex articolo 20, risorse centrali che avrebbero dovuto servire a ingranare la marcia, e partire. Nelle ore scorse l’onorevole Udc Antonio De Poli, in stretto contatto con il ministero della Salute, ha sollevato il velo verificando che quell’avanguardia di denari (il 5% del costo-base complessivo, valutato in 650 milioni) fanno parte della programmazione (e neppure dedicata, ma sono fondi destinati a ristrutturare l’attuale area di via Giustiniani), comunque in cassa non ci sono. «E allora perché Zaia, a maggio scorso, aveva promesso cantieri al via nel 2013 e bando di gara entro fine anno? Tutti questi discorsi – attacca De Poli – il governatore li ha fatti senza avere un euro in tasca». Intanto l’attuale Ospedale civile consuma come una “macchina d’epoca”: costa ogni anno 30 milioni in gestione, manutenzione, frammentazione logistica e dispersione energetica. Concetto ribadito l’altro pomeriggio in Comune, dove si è tenuta una riunione a porte chiuse tra il sindaco Flavio Zanonato, il dg Adriano Cestrone, il presidente dell’Ordine dei medici Maurizio Benato, Domenico Crisarà della Fimmg (medici di famiglia), Salvatore Calabrese dell’Anaao (medici dirigenti), Francesco Costantin per l’Ulss 16, più il consigliere comunale Oreste Terranova. «Mettiamolo in pratica questo progetto, chiarendo il modello di ospedale che vogliamo – riassume il senso dell’incontro, Benato -, riflettendo su funzioni e tipo di finanziamento. Il consenso rimane unanime. Procediamo». Come? L’ipotesi è un consiglio comunale straordinario per fare pressing sulla Regione. Ci spera ancora l’Università con il suo magnifico rettore Giuseppe Zaccaria: «Attendiamo fiduciosi che entro fine mese il presidente Zaia sciolga ogni dubbio». Per Leonardo Padrin, presidente della V Commissione sanità, «ogni anno che passa è un anno perso in assenza di investimenti strategici: tanta attenzione attorno alla virologa Ilaria Capua, indubbiamente scienziata di valore, ma quante eccellenze abbiamo all’interno dell’ospedale di Padova che non vengono valorizzate dal punto di vista edilizio? Provate a entrare in Pediatria dove il personale fa miracoli in spazi da periferia di Rio De Janeiro. Non vorrei che, per seguire un’ambizione pur legittima ma senza concretezza, si finisse per uccidere il presente». Oltre al capitolo finanziamenti, si attende di sapere anche che fine ha fatto il piano “Finanza e Progetti”, da tempo in discussione a Venezia, la joint-venture tra Palladio finanziaria e Bovis Lend Lease, dalle cui sudate carte dovrebbe nascere il nuovo ospedale a Padova ovest (37 gli attuali proprietari dell’area, in previsione l’esproprio), 970 posti letto, bacino d’utenza un milione di abitanti, costruzione flessibile, in linea con le più moderne concezioni edilizie, puntando – economicamente parlando – sul project financing. «È ora che Zaia risponda alle sue stesse dichiarazioni. Una serie di annunci, snocciolati – sottolinea Antonino Pipitone, consigliere regionale dell’IdV, medico di professione – come susine nei mesi scorsi, che ormai non coprono più nessun re, palesemente nudo alla prova dei fatti, cioè all’assenza di soldi. Forse è meglio mettersela via, dicendo a Zaia e compagni che la smettano di prendere in giro i padovani. Lavoriamo sul Policlinico esistente, miglioriamolo e facciamo manutenzione con le poche risorse che arrivano, senza più voli pindarici».
Gazzettino – 6 novembre 2012