Continua il «duello» tra il governatore del Veneto Luca Zaia e la collega del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani per accaparrarsi i migliori manager della sanità. Dopo i tre colpi messi a segno da Serracchiani (Giovanni Pilati da Rovigo a Gorizia, Adriano Marcolongo ancora da Rovigo alla direzione generale della sanità friulana e Pierpaolo Benetollo da Venezia a Tolmezzo) ora è Zaia ad andare a dama con la nomina di Francesco Cobello, attuale direttore generale dell’azienda ospedaliera di Trieste, che da domani passerà al timone dell’azienda ospedaliera universitaria di Verona al posto dell’uscente Sandro Caffi, in scadenza di contratto. L’incarico, secondo le nuove regole stabilite dal piano socio sanitario, durerà 5 anni.
Quello di Cobello è in realtà un ritorno a casa, essendo originario di Mestre ed avendo ricoperto per molti anni incarichi di vertice proprio in Regione Veneto (a 32 anni fu il più giovane dirigente mai promosso a Palazzo Balbi), tra cui quello delicatissimo di responsabile del fondo sanitario ai tempi della segreteria generale di Franco Toniolo. Zaia lo conosce bene perché agli albori della sua carriera politica, quand’era presidente della Provincia di Treviso, Cobello fu il suo responsabile del bilancio, ma questo non deve indurre a conclusioni affrettate in tema «Zaia boys» e dintorni: la nomina è infatti avvenuta con l’indispensabile placet del sindaco di Verona, Flavio Tosi.
Contestualmente, il governatore ha proceduto anche alla proroga del direttore generale della Sanità Domenico Mantoan alla guida dell’Istituto Oncologico Veneto e del direttore generale dell’Usl di Venezia Giuseppe Dal Ben al vertice «a scavalco» dell’Usl di Chioggia, entrambi fino al 31 dicembre 2015, entrambi gratuitamente. «Da quando Dal Ben è arrivato a Chioggia l’aria è completamente cambiata – ha detto Zaia – la situazione lì è molto complessa e gli chiediamo l’ulteriore sacrificio di traghettare l’Usl fino a fine 2015, quando procederemo con la nomina di tutti i nuovi direttori generali». Proprio il decreto relativo a Dal Ben, però, potrebbe nascondere un piccolo inghippo: la legge consente infatti di commissariare una Usl per un anno, «rinnovabile», e cioè per due anni, o almeno così la intendono in molti. E Dal Ben, con questo, è al terzo giro. C’è il rischio che la nomina sia illegittima e possa essere impugnata? Questione di interpretazioni.
Intanto la giunta ha deciso dove dirottare i 28 milioni inizialmente stanziati per il nuovo ospedale di Padova e ora smobilitati a causa dell’impasse venutasi a creare dopo il niet del sindaco Massimo Bitonci (dei 50 milioni previsti per il 2014 ne restano comunque a capitolo 22 per le manutenzioni del vecchio ospedale ed «eventuali studi o progetti»). Dunque 9 milioni vanno all’ospedale di Montecchio, 6 a quelli di Mestre e Venezia, 4 a Dolo, 3 al nuovo ospedale unico del Veneto Orientale, 2 a Chioggia, altrettanti all’elisuperficie dell’Usl 15, 1 ciascuno a Malcesine e Bovolone. «Il nuovo ospedale di Padova rimane comunque in cima alle priorità della Regione – ha precisato Zaia -. Non è cambiato nulla e non ci sono ripensamenti. Solo era inutile lasciare lì quei soldi, inutilizzati, dopo quel che è successo».
Marco Bonet – Il Corriere del Veneto – 31 dicembre 2014