Mentre l’approvazione al Senato della Delega fiscale subisce uno stop – con un inedito asse Lega-Idv e in parte Pdl che evidenzia il crescente malumore anche nella maggioranza e riporta il ddl in commissione – si torna a discutere di scontrini fiscali per la lotta all’evasione.
L’ultima proposta su questo fronte arriva dalla Cgia di Mestre, che chiede il ritorno dei blitz con i controlli sul campo e soprattutto delle sanzioni per i clienti che si “dimenticano” di chiederli.
Al senato il ddl delega fiscale segna il passo
Il ddl sulla delega fiscale che prevede anche il “contrasto di interessi” segna comunque il passo: dopo l’inizio dell’esame in Aula a palazzo Madama qualche giorno fa, oggi il Governo avrebbe dovuto porre la fiducia sull’articolato tramite un maxi emendamento (ipotesi che trova contrari molti senatori) destinato tra l’altro a far saltare il rinvio di sei mesi per l’accorpamento delle agenzie fiscali (votato dalla commissione Finanze contro il parere dell’esecutivo). Questa mattina, dopo una pausa di mezz’ora per la richiesta di sospensiva di un mese, avanzata della Lega e appoggiata dall’Idv, i senatori sono tornati in Aula ma è stato deciso di ricominciare i lavori alle 16, dopo un riunione dei capigruppo sull’ammissibilità della sospensiva.
Slittamento dell’esame
Al termine, l’annucio del ritorno in commissione Finanzae del ddl dove resterà, spiega il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri, «il minimo indispensabile. Stanno verificando se sia possibile durante la sessione di Bilancio discutere di questo provvedimento o no». Questa settimana, infatti, palazzo Madama inizierà l’esame del Ddl Stabilità, per cui al momento sembra inevitabile una ripresa dell’esame della delega solo dopo la pausa natalizia
In arrivo anche in Italia il cosiddetto contrasto di interessi. Si potranno scaricare dalla dichiarazione dei redditi gli scontrini e le ricevute dell’idraulico o del macellaio come antidoto per combattere l’evasione fiscale.
Un emendamento in questo senso è stato presentato dal relatore di maggioranza Giuliano Barbolini (Pd) all’interno della delega fiscale che dovrebbe essere votata dall’aula del Senato già mercoledì o giovedì. Alla commissione Finanze di Palazzo Madama l’emendamento è passato insieme all’annullamento automatico delle «cartelle pazze» in caso di mancata risposta da parte dell’amministrazione.
In un primo tempo sul contrasto di interessi il governo aveva dato parere negativo, poi il testo è stato riformulato e l’emendamento è passato con l’ok di Palazzo Chigi. Nella nuova versione si delega l’esecutivo a «emanare disposizioni per l’attuazione di misure finalizzate al contrasto di interessi fra contribuenti, selettivo e con particolare riguardo alle aree maggiormente esposte al mancato rispetto dell’obbligazione tributaria, definendo attraverso i decreti legislativi le più opportune fasi applicative e le eventuali misure di copertura finanziaria». Quindi per valutarne l’operatività bisognerà aspettare la fase attuativa.
Nonostante questa riscrittura, il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani resta nettamente contrario «perché le situazioni di deducibilità o di detraibilità di spese già previste si sono rivelate fallimentari sia dal punto di vista dei risultati della lotta all’evasione che dal punto di vista del bilancio dello Stato». Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre – autore tra l’altro del libro «Evasori d’Italia» – non solo condivide le riserve di Ceriani ma ha fatto due conti, basati sulla relazione tecnica al provvedimento, per scoprire che le deduzioni edilizie introdotte per la prima volta dal governo Prodi nel 1998 in realtà sono «costate all’erario 2,4 miliardi di euro l’anno».
«In buona sostanza – spiega Bortolussi – la relazione tecnica ci dice che l’introduzione delle detrazioni Irpef, ovvero di un meccanismo che a tutti gli effetti rientra nel cosiddetto contrasto di interessi, nel 2011 ha riguardato circa 8,4 miliardi di spese annue e grazie allo sconto fiscale i risparmi per i cittadini sono stati di circa 3 miliardi di euro all’anno». «Nel contempo, facendo emergere una gran parte del nero che si annida nell’edilizia, questi 3 miliardi di sconto dovrebbero essere recuperati grazie al gettito sulle transazioni emerse – continua la Cgia – in realtà, si stima un recupero di soli 627,3 milioni di euro, per cui la misura costa alle casse dello Stato 2,4 miliardi».
La delega prevede anche altri interventi come l’accorpamento delle agenzie fiscali, sul quale ci sono stati non pochi dissensi all’interno della maggioranza, in particolare nel Pdl. Così come è prevista la revisione della disciplina relativa al sistema estimativo del catasto dei fabbricati e un monitoraggio annuale dell’evasione fiscale riferita a tutti i principali tributi.
C’è anche un capitolo (il terzo) che si occupa dell’abuso del diritto, dell’elusione, del tutoraggio, della semplificazione, della revisione del sistema sanzionatorio e del contenzioso. La strada è dunque in salita e domani si entrerà nel vivo. Il testo originario delega al governo l’attuazione di un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. Il governo lo ha presentato alla Camera lo scorso 15 giugno per ottenerne il via libera il 12 di ottobre. Al Senato la delega è stata modificata in commissione Finanze e il testo è arrivato in aula giovedì scorso.
Corriere.it – 27 novembre 2012