Maria Corbi. Sempre più persone decidono di non vaccinarsi e soprattutto di non fare vaccinare i loro bambini, È emergenza, come denuncia il neopresidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Walter Ricciardi, secondo cui siamo ormai al limite della soglia di sicurezza per evitare grandi focolai di malattie infettive.
Per questo serve immediatamente «l’approvazione da parte delle Regioni del nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale». I dati dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicati dal Ministero della Salute indicano un tasso di vaccinazioni al di sotto degli obiettivi minimi previsti dal precedente piano «scaduto» nel 2014. Sono scese al di sotto del 95 per cento le vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite ed epatite B e la percentuale scende ulteriormente per le vaccinazioni contro il morbillo, la parotite e la rosolia che raggiunge una copertura dell’86 per cento, in calo di oltre il 4 per cento in un anno.
Pigrizia, disinteresse, cattiva informazione, ignoranza, difficoltà di accesso alle vaccinazioni. Sono tanti i motivi che spingono a evitare i vaccini, anche per i più piccoli. «Serve maggiore impegno da parte di tutti per promuovere questi importanti presidi sanitari», afferma il presidente della Società italiana di medicina generale (Simg), Claudio Cricelli. «Se non invertiamo quanto prima questa tendenza corriamo il rischio di vere e proprie epidemie di gravi patologie che invece possono essere prevenute». Un numero verde aiuterà a fare chiarezza: 800561856.
«È necessario che gli operatori siano in grado di far comprendere che la mancata vaccinazione crea un rischio enormemente più alto rispetto a quello temuto di effetti collaterali», spiega Walter Ricciardi, dell’Iss. «I dubbi sono dovuti al fatto che si è persa la memoria storica delle epidemie che prima che fossero scoperti vaccini e antibiotici falcidiavano intere generazioni». E dall’ospedale Bambin Gesù di Roma avvertono: già ci sono stati i primi casi di lattanti morti di pertosse. Ma la memoria non serve a fugare i dubbi del Codacons secondo cui Il calo delle vaccinazioni in Italia è il risultato «di una maggiore consapevolezza da parte degli utenti, che si informano di più rispetto al passato e scelgono autonomamente se sottoporsi o meno ad un vaccino».
La Stampa – 6 ottobre 2015