L’ Efsa non pubblicherà il suo verdetto finale sulla sicurezza del Bisfenolo A (Bpa) prima del prossimo anno. La nuova valutazione (che dovrebbe costituire un’importante aggiornamento di quella condotta dall’Authority nel 2006) includerà oltre alle fonti alimentari anche quelle non alimentari (tra le quali carta, polvere e sostanze inalate).
L’Authority ha dichiarato la scorsa settimana che, nonostante i propri esperti scientifici abbiano compiuto notevoli progressi nella valutazione dei rischi potenziali del Bpa per la salute umana, occorre più tempo per stimare i principali effetti sulla salute individuati negli studi sugli animali e il loro possibile interesse per la salute umana. Dopo la consultazione pubblica on line prevista da metà luglio a metà settembre 2013, Efsa prevede per l’inizio del prossimo anno una seconda fase di consultazione sugli aspetti della sua valutazione del rischio connessi alla salute umana prima di ultimare e pubblicare il parere scientifico definitivo.
Questo ulteriore ritardo (il parere scientifico conclusivo inizialmente previsto per lo scorso maggio era già stato prorogato a novembre 2013) che gli esperti del panel attribuiscono alla consistente mole di dati e di nuovi studi da analizzare, mette in discussione la capacità di emettere consulenza tempestiva sulle questioni cruciali di sicurezza alimentare.
I ritardi dell’Efsa tuttavia non sembrano influire sulle azioni che alcuni Stati membri stanno portando avanti contro l’impiego del Bpa nei materiali a contatto con gli alimenti.
Le autorità danesi hanno già vietato l’utilizzo del Bpa negli imballaggi per gli alimenti destinati ai neonati e ai bambini e stanno lanciando una nuova strategia che mira a ridurre ulteriormente l’esposizione verso questa sostanza.
La Francia ha notificato il mese scorso alla Commissione europea un proprio disegno di legge sulle avvertenze da posizionare sugli imballaggi contenenti BPA che affermano che il suo uso non è raccomandato per le donne in gravidanza o che allattano o per i bambini di età inferiore ai tre anni.
La normativa francese se non troverà l’opposizione della Commissione e degli Stati membri sarà applicabile a partire da ottobre 2013 e precede di fatto il divieto totale della sostanza chimica nel packaging alimentare in Francia previsto per il luglio 2015.
E pensare che solamente due settimane fa durante l’ultima riunione del Consiglio di amministrazione dell’Efsa i membri avevano annunciato l’intenzione di migliorare la produttività aumentando la tempestività dei processi di valutazione del rischio.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 16 luglio 2013