Diego Bottacin, consigliere regionale di Verso Nord ed esponente di Scelta Civica, aggiunge la propria firma al progetto di legge presentato dall’esponente Pdl Costantino Toniolo per il riordino delle società regionali.
“L’iniziativa del consigliere del Pdl – spiega Bottacin – certifica il fallimento della giunta Zaia rispetto alle promesse di inizio mandato di semplificare e riordinare la galassia delle società partecipate. Dopo oltre 3 anni le solenni dichiarazioni di Zaia sono rimaste solo belle parole. Ora arriva il progetto di legge di Toniolo, i cui punti salienti sono: obbligo di gara a evidenza pubblica da parte delle società controllate dalla Regione per acquisizione di servizi, prodotti lavori e opere, contenimento degli organi societari, assunzione del personale da parte delle società partecipate con le medesime procedure previste per le amministrazioni pubbliche; inoltre, a parità di qualifica, gli stipendi dei dipendenti delle società non possono superare quelle dei dipendenti regionali. Mi auguro che la nuova iniziativa legislativa ci faccia fare un passo avanti rispetto alla situazione attuale”. Bottacin denuncia l’immobilismo della maggioranza, “ma anche del primo partito di opposizione che si è ben guardato dal prendere l’iniziativa”, e ricorda di aver depositato un anno fa un progetto di legge per la dismissione delle quote societarie e per l’abrogazione degli enti regionali inutili, non ancora calendarizzato. “Se si fosse data attuazione a quella proposta di legge – puntualizza Bottacin – si sarebbe potuto sfoltire la galassia di 97 società partecipate, 24 aziende sanitarie e 55 enti regionali dismettendo le quote in 24 società esterne e abrogando 39 enti o organismi non essenziali. “Ora mi auguro – conclude il consigliere regionale che siede nel gruppo misto – che il progetto di legge di Toniolo, presidente della commissione Affari istituzionali, consenta di affrontare finalmente la questione e riapra il confronto sull’effettiva utilità di tutte queste società”.
Tagli ai costi pubblici, Bottacin: «Zaia vende fumo e prende in giro i veneti»
La scommessa di Diego Bottacin ruota attorno al numero 530. «Caro presidente Zaia, ai veneti non interessa sapere quanti comuni teoricamente sarebbe giusto ci fossero nel Veneto, ma quanti ce ne saranno alla scadenza del tuo mandato, nel marzo 2015. Sono pronto a fare qualsiasi scommessa che non saranno meno di 530». Il capogruppo di Verso Nord è durissimo nei confronti del governatore: «Governa con le conferenze stampa» sibila. E aggiunge: «Zaia deve smetterla di prendere in giro i veneti». Secondo Bottacin, il piano di riordino territoriale appare modesto e inconcludende: «Non c’è alcuna possibilità che i Comuni veneti passino dagli attuali 581 a 150 – sostiene il consigliere regionale di Verso Nord, dati alla mano – La legge regionale e la delibera delle giunta firmata da Zaia obbligherà non più di 20 comuni a fondersi. Il resto è un rosario di buone intenzioni, desideri e auspici». Secondo Bottacin le aggregazioni di Comuni su base volontaria «porteranno a ridurre il numero dei municipi forse del 10%», in quanto il piano di riordino esclude i Comuni dell’area montana e pedemontana e lascia ampia discrezionalità alle amministrazioni locali su tempi e modalità di associazione. «Al contrario, le regioni Toscana ed Emilia Romagna hanno obbligato i Comuni a unire la gestione delle funzioni fondamentali secondo ambiti territoriali definiti a monte – osserva il consigliere regionale – ed entrambe le Regioni hanno già concluso il loro processo di riordino». Per Bottacin un piano ottimale di riordino amministrativo dovrebbe essere progettato partendo dall’attuale geografia dei distretti socio-sanitari e calcolato su ambiti demografici di circa 100 mila abitanti. Il consigliere del Pd, Claudio Niero, saluta la fusione tra Ormelle e San Polo come un segnale molto positivo e invita la giunta regionale a procedere in questa direzione. L’assessore Roberto Ciambetti, invece, risponde a Bottacin: «Un piano che risponde a un disegno del territorio studiato da esperti, elaborato da Università e centri di ricerca sotto la regia della Regione – spiega l’assessore – e portato avanti attraverso il dialogo con gli Enti locali. Un piano, dunque, scientificamente fondato e politicamente condiviso»
Il Mattino di Padova – 10 agosto 2013