«Se il governo crede che il Veneto se la stia passando bene, si sbaglia di grosso. Ora basta». Dopo lo sdegno di Luca Zaia («cosa dico adesso alle famiglie degli imprenditori che si sono suicidati?») è Franco Manzato, assessore regionale all’Agricoltura, a rilanciare sulla deroga da 900 milioni al patto stabilità accordata dal governo alla Regione Sicilia.
Lo fa chiamando gli agricoltori alla mobilitazione. «Agricoltori, è ora di scioperare se il governo non mette a disposizione 500 milioni per il piano irriguo nazionale». In tempo di crisi, prosegue Manzato, «nessun atto è dovuto. Le nostre aziende stanno chiudendo per colpa di una tassazione folle e gli imprenditori si tolgono la vita perché non riescono più a pagare i debiti e a sfamare le loro famiglie». E di recente «anche il comparto agricolo è stato colpito pesantemente dalla siccità che ha arso i raccolti e annullato i redditi, e sta attendendo con speranza un piano irriguo nazionale». Secondo Manzato la misura è colma. «Anche i più buoni alla fine perdono la pazienza. È tempo di smetterla con questi trattamenti di favore nei confronti del sud, che palesano l’ormai innegabile differenza tra una macroregione padana virtuosa e un meridione, che continua a non assumersi le proprie responsabilità». Pronta la risposta all’appello lanciato da Manzato dei rappresentanti degli agricoltori del Veneto. «Un gesto antistorico» dicono i rappresentanti delle associazioni di categoria regionali di Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri rispetto alla deroga al patto di stabilità per la Sicilia «e che grida vendetta perché al nord i provvedimenti sono antispreco mentre al sud continua a piovere oro». Le aziende agricole, si legge in una nota, già impegnate in un contesto di difficile ripresa in seguito alla siccità di questa estate che oltre alle perdite di più della metà del raccolto obbliga gli operatori a fare adesso i conti con l’aflatossina, «puntavano a un investimento sulla qualità e la disponibilità della risorsa idrica per tutti più che alla pioggia di soldi solo per la regione siciliana». A guidare la rivolta il presidente regionale di Cia Veneto, Daniele Toniolo, che per motivi organizzativi in questo periodo è anche commissario della sede provinciale di Ragusa e che cita ulteriori esempi come la spesa annuale pubblica per la formazione pari a 580 milioni per 9.500 dipendenti contro i 120 milioni della Regione Veneto costretta ad arabbattarsi tra obblighi formativi e buoni scuola
Il Mattino di Padova – 7 ottobre 2012