I punti fermi per ora sono pochissimi e c’è anche chi ipotizza che la partita possa non risolversi entro questa settimana. Perché sulla scelta di viceministri e sottosegretari del governo Monti è in atto un confronto molto complicato tra Palazzo Chigi e i partiti.
Di certo si sa che il premier non vuole politici per le caselle da riempire, ma ha espresso la necessità di applicare gli stessi criteri usatI per la designazione dei ministri, criteri che ha illustrato oggi nel corso del Cdm. In sostanza, il presidente del Consiglio è disposto a lasciare ai partiti un certo margine d’azione, ma dal Pd al Pdl, passando per il Terzo polo, la pratica è ancora in alto mare.
I desiderata di Monti
Il motivo lo spiega al Sole24ore.com uno degli uomini che sta seguendo il match da vicino. «Monti si è riservato un diritto di veto sui nomi, ma non c’è ancora chiarezza su quanti debbano essere i sottosegretari e le ipotesi finora ventilate sui giornali non hanno alcun fondamento. Di sicuro, si sa che il premier non gradirebbe parlamentari o ex, magari trombati alle elezioni, ma vuole nomi di spessore che consentano di conservare il carattere “tecnico” dell’esecutivo e comunque la partita potrebbe slittare a dopo venerdì».
Domani possibile vertice Alfano-Bersani-Casini sulle nomine
Insomma, l’identikit sembra abbastanza chiaro. Più difficile trovare i papabili anche perché nelle ultime ore si moltiplicano le proposte di candidatura arrivate sul tavolo dei partiti. Sui nomi, come detto, non c’è ancora alcuna stretta ma la soluzione, spiega la stessa fonte, «non potrà che passare attraverso una ricognizione ad altissimo livello tra i partiti». Tradotto: Alfano, Bersani e i leader del Terzo polo dovranno ragionare insieme per trovare una soluzione. Possibile, dunque, che ci siano contatti tra i vertici nelle prossime ore: con molta probabilità già domani potrebbe esserci un summit per sbrogliare la matassa.
Catricalà e Moavero: il dossier è nelle mani del premier
Anche Monti avrebbe dovuto incontrare oggi i rappresentanti dei partiti per accelerare la pratica, ma la fitta agenda del premier e soprattutto l’assenza di indicazioni univoche dei partiti, ha suggerito di rinviare il nodo. Che, come hanno confermato oggi sia il sottosegretario Antonio Catricalà che il ministro Enzo Moavero, resta nelle mani del premier. È Monti che tiene il boccino delle nomine di viceministri e sottosegretari anche se vuole dialogare con le forze politiche. Ma, sottolineano da più parti, è probabile che sarà lo stesso premier a indicare alcune caselle (per esempio, quelle dell’Economia dove il professore mantiene l’interim).
Bersani: sottosegretari tecnici ma d’esperienza
L’opzione quindi è tra i tecnici puri o esperti che siano passati anche dalle aule parlamentari. E oggi il Pd ha fatto capire con Pierluigi Bersani che questa seconda possibilità non è sgradita ai piani alti di Largo Del Nazareno. «Mario Monti è una persona saggia e accorta, e farà lui le sue scelte», ha spiegato il segretario del Pd intervistato a Baobab su Radio1, «se riterrà, ascolterà la nostra opinione per un dialogo fattivo e positivo». «C’è un problema di raccordo del governo con il Parlamento», ha però aggiunto, «se le figure dei tecnici avranno una certa attitudine, magari maturata in esperienze passate, al dialogo con il Parlamento, tutto sarà più facile e saremo pronti a favorire questa prospettiva». Ma Monti si è già “scottato” nella trattativa sui ministri – rimasta aperta fino all’ultimo minuto proprio nel tentativo di inserire dei politici nella squadra di governo – e dunque non vorrebbe ritrovarsi davanti lo stesso film. Con i veti incrociati dei partiti sui nomi che lo costringono, anche questa volta, a chiudere tutto in zona Cesarini.
Ilsole24ore.com – 22 novembre 2011