Un mini-pacchetto delle misure di attuazione della riforma Pa entrerà nella legge di stabilità. Con la potatura degli enti inutili e l’eliminazione di uffici doppione, a cominciare da quelli interni a una o due Authority rispetto ad altre analoghe strutture ministeriali. E, con tutta probabilità, con alcune di norme di raccordo sul taglio delle partecipate (stop ad almeno mille società) e annesse poltrone da far scattare con l’apposito testo unico di attuazione della legge Madia che vedrà la luce prima della fine di ottobre.
La decisione sarà presa definitivamente a inizio della prossima settimana, probabilmente nel vertice di lunedì a Palazzo Chigi in cui si farà il punto sulla compatibilità politica e tecnica delle scelte da fare su risorse e impieghi della manovra, cui prenderanno parte il premier, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan di ritorno dal Perù per la riunione del Fondo Monetario Internazionale e i tecnici del Mef. E in quell’occasione dovrebbe anche essere fatto il punto sul piano di spending review. Un piano che ancora non è stato ultimato anche a causa della partita in corso con i ministeri che dovrebbero garantire, in termini di risparmi, non meno di 1,5-2 miliardi.
Un vertice decisivo, quello di lunedì, per la composizione della manovra che dovrebbe essere varata la mattina del 15 ottobre in tempo per trasmettere a Bruxelles il testo rispettando la scadenza di metà mese e per consentire al premier, Matteo Renzi, di partecipare al Consiglio europeo in programma nel pomeriggio. Anche se non è ancora del tutto escluso un varo dell manovra anticipato al 14 ottobre.
Sul fronte del giro di vite dei ministeri non mancano casi complicati, come ad esempio quelli della Sanità e della Difesa, che nei giorni scorsi avrebbero cercato di arginare il pressing sui tagli. Ma i ministeri non potranno sottrarsi alla nuova spending anche perché il Governo vuole evitare di chiedere un ulteriore significativo contributo ai Comuni dopo la stretta imposta con l’ultima legge di stabilità. La scure non calerà comunque solo sui dicasteri. Tutte le amministrazioni centrali e i grandi enti pubblici (anche Inps e Inail) dovranno in qualche modo contribuire al piano di tagli.
Quanto al capitolo dell’attuazione della riforma Pa, il commissario alla spending review, Yoram Gutgeld, sta valutando con i tecnici di Palazzo Chigi e dei ministeri dell’Economia e della Pubblica amministrazione la possibilità di inserire direttamente nella manovra alcune misure chiamate a garantire una rapida riduzione degli sprechi. È ormai praticamente certo che della prossima “stabilità” faranno parte gli interventi sul disboscamento degli enti inutili e degli uffici doppione soprattutto per quel che riguarda alcune Authority indipendenti.
C’è poi tutto il capitolo partecipate. Il ministero della Pa ha già messo a punto una bozza di testo con il riordino complessivo. Ma per inserire i risparmi (che nel 2016 dovrebbero aggirarsi tra i 300 e 500 milioni) nel dispositivo della spending da inserire in manovra a fini di coperture si sta lavorando ad alcune norme di raccordo da includere nella manovra. Che sempre per quel che riguarda l’attuazione della riforma Pa potrebbe prevedere anche alcuni interventi sulle forze di polizia ma limitati alla razionalizzazione di alcuni servizi strumentali (acquisti di beni e servizi o gestione di servizi di supporto). In ogni caso l’assorbimento della Forestale nell’arma dei Carabinieri scatterà, come previsto, attraverso un apposito decreto attuativo della riforma Madia. E analogo percorso seguirà l’introduzione dell’obbligo dei costi standard per le società di servizio pubblico locale.
Con la manovra sarà anche prevista la dote per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego che, allo stato attuale, oscilla tra i 300 e i 400 milioni per il 2016. Il tavolo con i sindacati si dovrebbe aprire la prossima settimana. L’Aran infatti dovrebbe convocare il 13 ottobre il primo incontro con le confederazioni sindacali per arrivare a ridurre il numero dei comparti degli statali da 11 a non oltre 4 come previsto dalla riforma Brunetta.
Marco Rogari – Il Sole 24 Ore – 8 ottobre 2015