di Marco Rogari. Per la spending review è la settimana decisiva. Il commissario straordinario, Carlo Cottarelli, sta lavorando a stretto contratto con i tecnici del ministero del Tesoro e già nei prossimi giorni dovrebbe consegnare all’apposito Comitato interministeriale, guidato dal premier Matteo Renzi e dal sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, una griglia di misure quasi definitiva suddivisa in due capitoli: il primo con i tagli per il 2014 per recuperare subito 4-5 miliardi e il secondo con gli interventi a più lunga gittata che dovrebbero garantire almeno 15 miliardi nel 2015 per poi arrivare a quota 32 miliardi nel 2016.
Già per quest’anno si interverrà su difesa, sanità, organizzazione delle forze dell’ordine, beni e servizi, stipendi dei dirigenti pubblici, auto blu, sussidi agli autotrasportatori, incentivi alle imprese e costi della politica.
Per la Difesa l’obiettivo minimo è recuperare 100 milioni nel 2014, 1,5 miliardi nel 2015 e 2,2 nel 2016 (quasi 2,5 miliardi in 2 anni e in tutto poco meno di 4 miliardi in 3 anni), quello massimo andare oltre i 500 milioni già quest’anno e superare quota 2,5 miliardi nel 2015 e 3 miliardi nel 2016 (oltre 6 miliardi nel triennio) tenendo conto anche della dismissione di caserme e poligoni.
Nel comparto sicurezza razionalizzazioni per 6-700 milioni
Il giro di vite non interesserà solo il programma degli F 35. Anche altri velivoli potrebbero finire nel mirino della “spending”. Mentre è già certa la cura dimagrante per il personale delle Forze armate. Cottarelli nell’audizione al Senato della scorsa settimana era stato chiaro: «Le spese per la difesa dovranno essere riviste, tenendo conto che l’ampio debito pubblico consente all’Italia investimenti più limitati anche in questo settore». Per le forze dell’ordine il piano di riorganizzazione prevedere risparmi per 6-700 milioni in tre anni. In questo caso si punterà molto sullo stop alla duplicazione di presidi in aree territoriali considerate a basso livello di “sensibilità”.
Stretta soft sulla sanità e giro di vite sui dirigenti
La sanità potrebbe contribuire, almeno in prima battuta, con circa 600 milioni, ma in ogni caso nell’ambito del Patto con la salute con le regioni e con la regia del ministero della Salute. Dai 300 ai 500 milioni sarebbero attesi dalla stretta sugli stipendi dei dirigenti pubblici, che vedranno anche tassativamente legata la quota di retribuzione di risultato (ma anche anche la stessa permanenza negli incarichi) alle loro effettive performance.
Dai beni e servizi subito 1,5-2,5 miliardi
Un’altra cospicua fetta di risorse dovrebbe arrivare dai beni e servizi: da 1,5 a 2,5 miliardi quest’anno grazie a maggiori controlli sugli acquisti degli enti locali fuori dal perimetro Consip. Nel biennio 2015-2017 i risparmi verranno triplicati. Dalla gestione degli immobili pubblici Cottarelli conta di recuperare non meno di 2 miliardi nel triennio. Altre risorse importanti potrebbero arrivare dai sussidi agli autotrasportatori e dal riordino degli incentivi alle imprese. Su quest’ultimo fronte secondo il Commissario straordinario potrebbe essere tagliati nel triennio fino a 4 miliardi di trasferimenti statali e un paio di miliardi di trasferimenti regionali. A non meno di 1 miliardo ammonta la dote che potrebbe essere garantita dal giro di vite sui costi della politica. Che investirà tutti gli organi costituzionali e gli enti territoriali (stretta su vitalizi, indennità e via dicendo). Sarà prevista anche la chiusura del Cnel per la quale però occorreranno tempi lunghi.
La partita su Authority e Rai
Un altro miliardo, con effetti soprattutto nel 2015 e 2016, sarebbe l’obiettivo minimo dell’operazione di potatura della cosiddetta giungla delle società partecipate, a cominciare da quelle locali. Nel mirino, come è noto, c’è anche l’Aci. C’è poi tutta la partita su Authority, Camere di commercio e Rai.
Il Sole 24 Ore – 17 marzo 2014