Il Governo Monti dice sì. Con le parole del Ministro della salute Renato Balduzzi, il Governo, sollecitato dal Senatore Di Giovan Paolo, uno dei due relatori della legge comunitaria, a esprimersi in merito all’articolo sulla sperimentazione animale che potrebbe comportare la chiusura degli allevamenti come Green Hill, ha confermato la posizione già espressa al momento del voto alla Camera dei Deputati, sia in Commissione che in Aula.
“In qualità di coordinatrice per il Partito Democratico dell’ambito salute e tutela degli animali esprimo grande soddisfazione per le dichiarazioni che il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha reso nella Commissione Politiche dell’UE sul mantenimento dell’articolo 14 del ddl comunitaria così come votato alla Camera”, ha dichiarato in una nota la Senatrice Silvana Amati del Pd, docente universitaria di Istologia.
“Le parole che ha pronunciato il ministro –continua la Senatrice- ricordano come il testo votato alla Camera sia stato un punto di equilibrio alto, ottenuto dopo un’approfondita discussione nelle Commissioni di merito. Se ora ci si atterrà alle indicazioni del Governo, rappresentato in Commissione anche dal ministro Enzo Moavero, il testo che uscirà dalla Commissione Politiche dell’Unione Europea darà valore finalmente alla Carta di Lisbona nella quale si riconoscono gli animali quali esseri senzienti, portatori di diritti e non oggetti e verranno chiusi allevamenti della morte”.
Ovviamente, i senatori favorevoli al “no” non hanno tardato a far sentire la loro voce e a esprimere il loro dissenso. “Il Senato approvi la direttiva europea sulla sperimentazione così come licenziata dalla Commissione e dal Parlamento Europeo –ha chiesto il senatore del Pdl Carlo Giovanardi, fervente sostenitore della sperimentazione animale, che ha invitato tutti a “non subire una deriva ideologica che avrebbe come conseguenza un’ipocrita decisione di vietare l’allevamento di animali destinati alla sperimentazione del nostro Paese, mentre non è possibile mettere in commercio ne’ in Italia né in nessuna altra parte del mondo, un farmaco se non testato su due animali fra cui almeno un primate”.
Il Senatore replica, infine, alla posizione di Balduzzi affermando una delle conseguenze dirette più gravi sarebbe “una massiccia importazione dall’estero di animali senza possibilità di controllo del rispetto della direttiva o il crollo della ricerca scientifica in Italia a favore di Paesi nei quali dovrebbero inevitabilmente trasferirsi i nostri ricercatori. Non c’è dubbio – conclude – che allo stato degli atti l’unica vera alternativa alla sperimentazione sugli animali è la immorale e ripugnante idea che come cavie nella stessa possano essere usati direttamente gli esseri umani”.
6 luglio 2012