Stanziati 40mila euro per “Mens sana in corpore sano”. Ancora non si sa quante persone abbiano visitato la mostra polesana
È possibile tentare di disfarsi di una società dai conti in rosso e contemporaneamente dare a quella stessa società un sostanzioso contributo? Tra Venezia e Rovigo succede. La storia, singolare, è la seguente: la Regione Veneto ha deciso di sfoltire le sue 21 società partecipate e nell’elenco delle dismissioni figura Rovigo Expo, una spa di fatto pubblica, partecipata non solo dalla Regione, ma anche dalla Camera di commercio polesana (il presidente dell’ente camerale Lorenzo Belloni è pure l’amministratore unico della società).
Questa spa, nata per organizzare e gestire manifestazioni a carattere espositivo, di anno in anno accumula solo e soltanto perdite. Palazzo Balbi ha deciso di uscirne. Per ora invano perché acquirenti non ne ha trovati. Si dà il caso, tuttavia, che a questa società improduttiva la stessa Regione abbia deciso di dare dei soldi per una nuova manifestazione: 40mila euro su un preventivo totale di spesa di 242.040 euro per 4 (quattro) giorni di fiera, da 4 al 7 ottobre scorsi, sul tema del “ben stare”. Per la precisione: “Mens Sana in Corpore Sano – Turismo e Salute”. Ora: non si sa quanta gente abbia varcato i cancelli. Non si sa a quanto ammonti l’incasso. Non si sa nemmeno quanti tra i visitatori fossero turisti calati appositamente a Rovigo per partecipare al neonato “evento fieristico dedicato al connubio turismo e salute”. La rendicontazione – di ingressi e biglietti (a proposito: si poteva anche entrare gratis registrandosi in Internet) – è tuttora (a distanza di quasi tre settimane) in corso.
La Regione Veneto, però, ha ritenuto l’iniziativa meritevole di attenzione e, due giorni prima dell’inaugurazione del “nuovo evento internazionale”, nella giunta del 2 ottobre, ha aperto i cordoni della borsa: contributo di 40mila euro. La delibera presentata dall’assessore al Turismo Marino Finozzi (Lega) è stata pubblicata ieri sul Bollettino ufficiale della Regione. Ed è curiosa non solo per il fatto di dare soldi a una propria società (in perdita), ma anche per l’ammontare delle spese preventivate da Rovigo Expò: realizzazione e allestimento delle aree espositive e organizzazione delle attività fieristiche ed espositive 90.500 euro, attività di promozione e comunicazione 55.500 euro, organizzazione workshop e corsi di formazione 26.500 euro, personale accoglienza e servizio hostess 9.240 euro, servizi di manifestazione sicurezza/sorveglianza 7.800 euro, rete vendita 14.500 euro, spese generali 38.000 euro. Per un totale di oltre 240mila euro per quattro giorni di fiera. Un costo di sessantamila euro al giorno. Per coprire le spese, sarebbero serviti 48mila visitatori (paganti il biglietto da 5 euro, non entrando gratis). Tant’è, serviva il contributo della Regione di 40mila euro?
Non era stata proprio la giunta di Luca Zaia ad annunciare che erano finiti i tempi dei contributi indistinti? Interpellato, l’assessore Finozzi non si è fatto sentire. Nella delibera, però, ha motivato il contributo «in considerazione delle potenzialità proprie della manifestazione nel breve e medio periodo e tenuto conto della forte condivisione da parte della Regione degli obbiettivi e delle finalità proprie dell’iniziativa nel suo complesso nonché delle azioni previste dalla stessa». Ma la Regione non doveva uscire da Rovigo Expò?
Gazzettino – 24 ottobre 2012