Non saranno 4 mila tra medici e infermieri, non saranno immediate né finanziate da Roma, ma le assunzioni per ovviare ai vuoti in corsia causati dalla corretta applicazione degli orari di lavoro ci saranno. Lo prevede, con un ennesimo colpo di scena dalla commissione bilancio della Camera, un nuovo emendamento dei relatori alla Legge diStabilita, che ripesca anche l’articolo relativo al risk management della riforma della responsabilità medica, accantonata all’improvviso nel week-end scorso.
Se inizialmente si era pensato di contabilizzare in anticipo 300 milioni di euro risparmiati grazie al minor ricorso alla medicina difensiva per stabilizzare contratti di sanitari a tempo determinato e assumere precari per metà fabbisogno con regolare concorso, ora il governo prende atto che non c’è certezza di quelle entrate. E dispone che per tamponare le esigenze organizzative ogni regione possa prolungare i contratti degli attuali precari fino a ottobre 2016. Una goccia nel mare, ma nel frattempo si inizieranno a contare le risorse accantonate evitando prestazioni “difensive”. E qui entra in scena il contributo benefico risk management. Le regioni cureranno che Asl e ospedali attivino percorsi di audit tra i sanitari, rilevino il rischio inappropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici, formino il personale alla gestione del rischio, assistano gli uffici legali di fronte alle compagnie assicurative. Intanto prepareranno piani inerenti il fabbisogno di personale da far valutare al Tavolo di verifica degli adempimenti e al Comitato permanente per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. L’ok dei tavoli è previsto entro marzo. In attesa, per far funzionare i servizi, le Regioni potranno acconsentire che Asl e ospedali ricorrano a forme di lavoro flessibile, prorogando i contratti in vigore. Tutto questo fino al 31 ottobre 2016 quando, ove Roma confermasse le criticità, si potranno indire concorsi straordinari, e riservare metà dei posti di cui c’è bisogno a medici e infermieri con alle spalle almeno 3 anni di servizio negli ultimi 5 anni (sanitari attivi con contratti a tempo determinato, cococo o altre forme di lavoro flessibile), sempre nel rispetto degli obblighi di bilancio previsti. Sempre ieri nell’ambito delle misure licenziate la Commissione bilancio ha approvato una modifica che rende obbligatori gli accordi bilaterali interregionali per coprire le esposizioni dovute alla mobilità sanitaria dei pazienti da una regione all’altra, e ha varato una seconda norma sui rapporti regioni-strutture sanitarie private che, al posto di tagli a percentuale fissa, prevede più margine per ridurre le convenzioni con il Ssn, ma anche deroghe perconsentire di sostenere prestazioni di alta specialità.
Mauro Miserendino – Doctor33 – 16 dicembre 2015