Le tagliole delle «mancate coperture» e dell’«estraneità di materia» sgombrano dal tavolo oltre un terzo degli emendamenti presentati in Commissione Bilancio alla Camera sulla Legge di Stabilità del 2015. L’esame di ammissibilità condotto dal presidente della Commissione, Francesco Boccia, che non appartiene alla maggioranza renziana del Pd, ha portato all’esclusione di circa 1.600 emendamenti sui quasi 4 mila che erano stati presentati.
Bocciati, tra questi, anche quelli del Pd che puntavano al mantenimento della tassazione separata sul Tfr dirottato in busta paga, perché non avevano copertura finanziaria, ma il problema del Tfr è tutt’altro che accantonato. Sarà, anzi, uno dei punti centrali del dibattito delle prossime settimane, insieme alla tassazione dei fondi pensione, alla nuova riforma delle imposte sugli immobili, la deducibilità dell’Imu per i capannoni industriali.
Temi su quali praticamente tutti i partiti sono intervenuti con proposte di modifica, e sui quali c’è una disponibilità di massima del governo ad intervenire a condizione di non modificare i saldi. Ogni eventuale correzione, di conseguenza, dovrà essere compensata. Le possibilità di grandi modifiche sono molto limitate, anche perché senza ricorrere a nuove tasse non è affatto semplice, con il bilancio ridotto all’osso, trovare le risorse per finanziare nuovi interventi.
Un caso emblematico è quello della deducibilità dalle tasse pagate dalle imprese dell’Imu sui capannoni industriali. Quasi tutti i gruppi politici vogliono aumentarla, ed il governo è d’accordo, l’operazione non costerebbe neanche tantissimo, perché portare la deducibilità dal 20 al 30% costerebbe 200 milioni di euro, ma nessuno ha ancora trovato quei soldi.
Pure sull’aumento delle imposte sui fondi pensione e sulla rivalutazione del Tfr c’è un’apertura del governo, ma anche in questo caso è più formale che sostanziale, perché le due misure danno un gettito non indifferente (oltre 400 milioni), difficile da compensare con misure alternative. Quasi nullo, invece, il margine per un ripensamento della tassazione del Tfr che i lavoratori sceglieranno di avere in busta paga nel prossimo triennio. Il testo della Legge di bilancio prevede la tassazione all’aliquota marginale Irpef, con un gettito che compensa i maggiori esborsi per i trasferimenti agli enti previdenziali. Se il gettito viene meno, o si riduce fortemente, tutta l’operazione rischia di non tenersi più in piedi.
Un tema su cui è lecito aspettarsi qualche aggiustamento è quello dei tagli agli enti locali. Proprio ieri il governo ha incontrato nuovamente i sindaci, secondo i quali almeno 1.500 comuni rischiano il dissesto nel 2015 se i tagli non saranno articolati in modo differente, ma un accordo non è ancora in vista. Possibili correzioni anche sul pacchetto di misure antievasione. Proprio ieri, per inciso, l’Agenzia delle Entrate ha stimato per la sola Irap una base imponibile nascosta di 223 miliardi nel 2007-2012.
E sempre ieri è esplosa la polemica sull’aumento delle accise sulla benzina. Secondo l’Unione Petrolifera le imposte sui carburanti potrebbero aumentare nel 2015 di 2,5 miliardi se dovessero scattare gli aumenti automatici delle accise già previsti. Il governo, però, punta a evitarli del tutto compensando le clausole di salvaguardia con nuovi tagli alla spesa, e con l’estensione del “Reverse charge” dell’Iva alla grande distribuzione alimentare, ancora in attesa di un via libera dall’Unione Europea.
Mario Sensini – Il Corriere della Sera – 12 novembre 2014