Stallo sul maxiemendamento con le misure del Governo
Cantiere ancora aperto sul maxi-emendamento alla legge di stabilità. Una nuova riunione per la messa a punto del testo sarebbe prevista anche per oggi pomeriggio, a meno di nuovi sviluppi sulla tenuta del governo.
L’obiettivo dei tecnici di palazzo Chigi resta quello di depositare al Senato (tra martedì e mercoledì, inizialmente era domani) il testo delle modifiche da apportare alla “stablità” con cui attuare gli impegni indicati nella lettera inviata a Bruxelles. Farà eccezione la riforma del mercato del lavoro sui licenziamenti per motivi economici. Appesi a un filo, quello del recupero di risorse, l’incentivo alla capitalizzazione (Ace), così come il bonus per l’assunzione di ricercatori under 30 e la proroga, almeno un anno, del bonus per l’efficienza energetica del 55%.
Tra i capitoli principali del maxi-emendamento ci saranno le privatizzazioni, con particolare riguardo alla cessione di quote delle municipalizzate da parte dei comuni. Nel tentativo di rilanciare la misura già contenuta nella manovra di ferragosto si punterebbe a recuperare risorse da destinare all’abbattimento del debito.
Sul fronte dismissioni di beni immobili, invece, l’ipotesi di una maxi-cessione di terreni agricoli (338mila ettari per un incasso stimato in 6 miliardi) – sostenuta e rilanciata proprio ieri dallo stesso ministro per le Politiche agricole, Saverio Romano – alla fine sembrerebbe essere già tramontata. Solo oggi comunque sarà presa la decisione finale da parte del Tesoro se portarla al vaglio di ammissibilità della Commissione Bilancio del Senato.
Come richiesto dall’Europa ci saranno anche le liberalizzazioni con la messa a punto del processo di apertura del mercato dei servizi già avviato con la manovra correttiva di questa estate. Tra cui l’addio alle tariffe minime e un percorso agevole per la costituzione delle società tra professionisti.
Del pacchetto lavoro indicato nella lettera inviata a Bruxelles le misure accreditate per salire sul maxi-emendamento sono quelle sugli incentivi all’apprendistato e al part-time. Così come quelle sulla messa in mobilità per i dipendenti pubblici.
Il rilancio delle infrastrutture resta uno dei quattro capisaldi del maxi-emendamento, a partire dalla “Tremonti-infrastrutture”, ovvero dalla detassazione Ires di una quota del valore complessivo degli investimenti infrastrutturali effettuati dall’impresa che si aggiudica una concessione per realizzare un nuovo servizio di pubblica utilità.
I nodi da sciogliere sono ancora tanti. A partire dalle norme sulla semplificazione relative ai collegi sindacali e alla costituzione di Srl. Sul tavolo, infatti, ci sono una buona parte delle oltre 100 norme predisposte dai diversi ministri per quello che, almeno inizialmente, sarebbe dovuto essere il decreto sviluppo. Dopo un serrato confronto tra i tecnici di tutti i ministeri Palazzo Chigi ne ha però stralciate più della metà e rivisto e corretto le restanti. Di queste ben poche arriveranno alla “stabilità”.
di Marco Mobili – Il Sole 24 Ore – 7 novembre 2011