Il governo frena sui tempi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego. Prima della convocazione dei sindacati – fa sapere – si dovrà attendere la pubblicazione della sentenza della Consulta sull’ illegittimità del blocco. Poi la legge di Stabilità che dovrà quantificare le risorse disponibili. E in ogni caso, ora più che mai, è opportuno approvare la riforma Madia.
L’ idea, infatti, – spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio de Vincenti – è quella di avviare una politica contrattuale «che premi finalmente il merito». «La sentenza della Corte Costituzionale va colta anche come occasione per aprire un ragionamento nuovo sul modo in cui è organizzata la Pa. Il governo sta facendo un’ azione di riforma molto importante» dice De Vincenti. La pensa così anche il sottosegretario alla Pa, Angelo Rughetti: visto che il ddl Madia è «il binario su cui i treni della contrattazione dovrebbero andare, sarebbe buon senso arrivare prima con la riforma». Per il presidente dell’ Aran, Sergio Gasparrini, «lo scenario più probabile è che la contrattazione per il pubblico impiego riprenda nel 2016. Si dovrà aspettare la legge di Stabilità, che solitamente fissa l’ importo dedicato per il rinnovo dei contratti. Senza, non è possibile. Successivamente, dal governo viene dato a noi il mandato per l’ avvio delle trattative». Ma i sindacati non mollano. Il tavolo – dicono – deve essere aperto immediatamente. «Non c’ è tempo da perdere. La Consulta ha detto una cosa molto precisa: bisogna rinnovare il contratto. Il governo convochi subito le organizzazioni sindacali» intima Annamaria Furlan, segretario generale Cisl. E così le altre organizzazioni sindacali. Accanto ai sindacati si schiera anche il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd) che si augura una convocazione «prima dell’ estate». Nel frattempo il Codacons, l’ associazione dei consumatori, annuncia una class action per recuperare in busta paga almeno gli adeguamenti all’ inflazione relativi al secondo semestre 2015: «Gli effetti della decisione della Consulta saranno efficaci dalla data di pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale. Ciò significa che automaticamente i dipendenti pubblici acquisiscono il diritto di ricevere gli aumenti bloccati almeno per gli ultimi 6 mesi del 2015».
Gi.Fr. – Il Messaggero – 26 giugno 2015