Superata una lunga fase di stallo, la Commissione unica nazionale (Cun) di Mantova è tornata in piena attività: le quotazioni dei suini pesanti, categoria 160-176 chilogrammi, hanno toccato la scorsa settimana 1,555 euro al chilo, per posizionarsi nella seduta di giovedì 30 gennaio a 1,528 euro, prezzo fissato dal segretario all’interno del range proposto da allevatori e macellatori.
La parte industriale è quindi ritornata attivamente all’interno dell’organismo dopo averlo sistematicamente disertato per alcuni mesi: un fatto che Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Brescia e Lombardia, valuta positivamente.
«Abbiamo sempre sostenuto che la Commissione deve proseguire il proprio lavoro e non deve essere strumentalizzata da manovre interne – ha sottolineato il leader bresciano dell’organizzazione agricola -. Il dialogo fra tutti i componenti non va interrotto, ma è necessario che parta dalla necessità di favorire la filiera e i prodotti made in Italy. Al di là dei “tecnicismi”, comunque importanti, è importante aver recuperato una situazione di normalità, attorno a un regolamento ampiamente discusso ma alla fine approvato all’unanimità».
Per il presidente Ettore Prandini, il dibattito deve però essere necessariamente allargato fino ad includere il tema cruciale dell’origine. «Servono certezze che ancora mancano – evidenzia -. È ora di dire basta al prodotto estero che magicamente si “confonde” con quello italiano: va operata una netta distinzione fra i centri di stagionatura attivi nel circuito Dop e quelli che operano sul fronte delle produzioni generiche. E la chiarezza deve partire dai suinetti: oggi le scrofaie italiane sono in grossissima difficoltà, mentre dovrebbero diventare il fulcro della battaglia sull’origine delle produzioni, nelle quali è determinante anche il luogo di nascita dell’animale».
Novità in questo senso arrivano anche dal ministero per le Politiche Agricole, dove nei giorni scorsi si è riunito il Tavolo di filiera suinicola, al quale le regioni del Nord Italia (Lombardia in primis, ma anche Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Friuli Venezia Giulia) hanno presentato un documento con importanti richieste finalizzate a contribuire in modo determinante al rilancio di un comparto strategico: una strategia nazionale per il settore, l’introduzione del sistema di qualità, nazionale (SQN), una incisiva politica di valorizzazione dei prodotti. Già richiesto anche un nuovo incontro entro un paio di settimane, alla presenza del nuovo ministro o dei sottosegretari.
3 febbraio 2014