di Rosa Clemente. Pronte le linee guida dell’Ispra sulle Viias. Il documento è il risultato dell’attività svolta dal gruppo di lavoro Inter-Agenziale “Salute e Ambiente”, coordinato da Arpa Puglia, volto a fornire un primo contributo alle esigenze operative chi a vario titolo è soggetto attivo nell’ambito delle procedure di valutazione di impatto ambientale (Via), valutazione ambientale strategica (Vas), autorizzazione integrata ambientale (Aia), in relazione alla valutazione della componente salute.
La Viias
La valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario, nata dall’integrazione di due distinte procedure è una combinazione di procedure, metodi e strumenti con i quali si possono stimare gli effetti potenziali sulla salute e la distribuzione di tali effetti all’interno della popolazione nell’ambito delle procedure correnti di valutazione in campo ambientale.
Le esperienze finora condotte in Italia hanno mostrato una notevole eterogeneità degli approcci utilizzati e del livello di approfondimento adottato, data l’assenza di procedure condivise. L’elemento “salute” è risultato poco visibile, ridotto o assente. Nell’esperienza dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale su 109 Via nazionali, il capitolo salute pubblica è presente nel 69% di studi di impatto ambientale (Sia) esaminati (62 su 90), con informazioni spesso insufficienti sotto il profilo qualitativo e quantitativo.
Il documento
Il lavoro pubblicato, strutturato in sette capitoli e quattro appendici, parte dall’inquadramento della Viias nell’ambito della normativa Ue e italiana, mostrando come già a livello europeo gli Stati membri hanno utilizzato approcci molto differenti per la valutazione della componente salute pubblica nelle procedure di valutazione ambientale. Un importante fattore limitante è rappresentato dalla difformità con cui gli Stati hanno attuato e istituzionalizzato la valutazione di impatto sanitario), incompleta in tutti i Paesi europei.
Nei capitoli a seguire viene approfondita la Viias nell’ambito delle tre procedure di carattere ambientale, Vas, Via e Aia, dedicando a ciascuno di essere un capitolo. In ogni sezione viene indicata in maniera puntuale i riferimenti alla componente “salute” nell’ambito dello svolgimento delle procedure, mostrando gli aspetti critici dovuti all’assenza di norme tecniche di attuazione. Nello stesso tempo, prendendo spunto da esperienze esistenti in altri Paesi e in definizione in alcune Regioni Italiane, viene fornito uno strumento metodologico per una valutazione integrata dei potenziali impatti sulla salute dei determinanti ambientali, definendo i criteri per lo svolgimento delle attività ordinarie di Via, Vas ed Aia previste dalle norme.
Analisi del rischio e casistica
Un approfondimento particolare è dedicato ai due approcci metodologici utilizzati nella prassi scientifica internazionale per la Viias: l’analisi del rischio (risk assessment – Ra) e la quantificazione del numero di casi attribuibili (health impact assessment – Hia). I due metodi, pur condividendo fasi di valutazione simili, portano a risultati quantitativi diversificati in quanto adottano una formulazione concettuale e matematica molto diversa, dovuta alla differente derivazione dei due metodi: il primo tossicologico, il secondo epidemiologico. Nell’appendice 1 vengono discusse le problematiche aperte sulla comparazione dei risultati dei due metodi e l’eventuale integrazione.
Seguono nella seconda appendice tre casi di studio di applicazione delle metodologie di Hia e Ra in tre tipologie di stabilimenti (inceneritore rifiuti nella città di Parma, polo siderurgico Ilva di Taranto, discariche nella periferia di Brindisi), un’ipotesi di studio di Arpa Marche per la definizione di algoritmi per la valutazione da applicare nella procedura di Via (appendice 3), e l’esperienza dell’Ispra nella valutazione della componente salute nelle procedure di Via e Vas nazionali (appendice 4).
Una sintesi dei problemi ancora aperti e una bibliografia di riferimento concludono il documento, che è auspicabile sia adottato come indicazione comune per il futuro, soprattutto da parte degli operatori del sistema delle agenzie per l’ambiente (Arpa e Appa) e del servizio sanitario nazionale.
Il Sole 24 Ore – 22 maggio 2015