Anche gli insaccati di Sauris sono a rischio contraffazione. A lanciare l’avvertimento è l’amministratore delegato della Wolf di Sauris, Stefano Petris, che assieme al padre Beppino «Wolf» e i fratelli, conduce l’azienda carnica rinomata in tutta Europa per la produzione del Prosciutto di Sauris IGP, Speck e tanti altri produtti di qualità.
Petris spiega che troppo spesso il nome di Sauris viene abusato nel settore alimentare, inducendo il consumatore all’acquisto di prodotti che, pur riportando accattivanti etichette evocanti il territorio montano e il nome Sauris, in realtà celano una produzione proveniente da altre zone se non addirittura da altre regioni che nulla hanno in comune con il territorio della valle del Lumiei. Petris si è accorto che qualcosa non andava a seguito di alcune segnalazioni da parte della clientela che chiedeva spiegazioni su sapori e qualità di salami ed affettati, non più a loro dire come quelli di un tempo. Queste richieste assieme ad un controllo dell’andamento delle vendite, ha indotto l’azienda a lanciare un avvertimento al consumatore. «Mio padre – sostiene Stefano – ha iniziato tutto oltre 50 anni fa, prosciutto dopo prosciutto, con sacrificio, dedizione e serietà ha creato dal nulla un mercato, un nome, un marchio e una azienda che in un territorio difficile come il nostro, continua a garantire occupazione a oltre sessanta famiglie».
L’azienda nell’ultimo decennio ha investito molto sulla tutela dell’autenticità del prodotto, il ministero delle Politiche Agricole e Forestali le ha infatti riconosciuto l’Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) proprio per le specificità del territorio e delle tradizioni. «Non possiamo stare a guardare chi – prosegue Petris – con strategie di marketing spregiudicate induce il consumatore ad acquisti inconsapevoli». La legislazione sulla etichettatura è chiara, riporta sempre l’azienda di produzione, ma a volte ci sono escamotage da parte di concorrenti che traggono in inganno. «Il consumatore deve essere attento – conclude – tutelare il suo acquisto e leggere correttamente l’etichetta e non esitare a rivolgersi agli enti di controllo o alle associazioni di categoria per ogni chiarimento».
Il Gazzettino – 20 dicembre 2013