Sulla sanità padovana calerà una forbice da quattro milioni e mezzo di euro. E c’è chi scommette che questi tagli andranno a colpire soprattutto l’ospedale Madre Teresa di Calcutta e l’assetto sanitario dell’area a sud del capoluogo provinciale: da tempo fonti politiche indicano come l’area dell’ex Ulss 17 come quella destinata a dover sopportare nel prossimo futuro sforbiciate varie, a favore di Padova e dell’Alta. Le rassicurazioni su questo argomento non convincono dipendenti e sindacati, che dissotterrano l’ascia di guerra. «Non entriamo nel merito in questa sede di un piano da valutare nel dettaglio, tuttavia ricordiamo che la Ulss 6, la più grande del Veneto, nasce con l’impegno di non tagliare i servizi ai cittadini avvertono Michele Magrini e Salvatore Livorno della Uil Fpl di Padova – esigenza particolarmente sentita in Bassa Padovana, territorio che già in passato ha pagato per scelte politiche calate dall’alto». Nei giorni scorsi proprio la sigla sindacale ha dato il via all’ospedale di Schiavonia a un questionario sul servizio: utenti, visitatori, parenti delle persone ricoverate e addetti ai lavori hanno promosso sostanzialmente solo l’impegno e la dedizione del personale, bocciando scelte strategiche e il concetto stesso dell’accentramento dei servizi. E ora, con i tagli in arrivo, questa situazione parrebbe destinata a un peggioramento. «Dal questionario è emerso un quadro fatto di luci ed ombre, che avremo modo di illustrare pubblicamente con il coinvolgimento dei sindaci del territorio confermano i due rappresentanti sindacali – ma possiamo già anticipare una forte richiesta di aumentare il personale ed i servizi offerti che nasce dalle problematiche di un tessuto sociale difficile quale risulta essere quello della Bassa Padovana, con una popolazione che invecchia, una domanda di sanità in aumento ed una struttura imponente ma, oggettivamente, di non agevole raggiungimento per i tanti anziani». Su queste basi i sindacati stanno organizzando una serie di manifestazioni sul territorio, per coinvolgere l’opinione pubblica e per chiedere il mantenimento dei servizi nel plesso monselicense: «La sanità in Bassa Padovana non ha bisogno di tagli – concludono Magrini e Livorno – per i quali abbiamo già dato, ma di risposte ed investimenti». (Ferdinando Garavello)
IL GAZZETTINO – Martedì, 11 aprile 2017