Nel nostro Paese stenta ancora a decollare un articolato sistema di whistleblowing. Un disegno di legge è tuttora in discussione in Parlamento e allora sia nel pubblico sia, a maggior ragione, nel privato si procede in ordine sparso. Previsto dalla Legge Severino, un meccanismo di segnalazione di episodi illeciti è oggetto di un disegno di legge che dopo l’approvazione della Camera, langue da più di un anno al Senato. Si tratta di misure, approvate con i voti sia del Pd sia del M5S, che affrontano un po’ tutti nodi applicativi.
Si prevede, per esempio, che il dipendente che in buona fede segnala ai responsabili anticorruzione, all’Autorità anticorruzione o ai magistrati ordinari e contabili illeciti conosciuti per effetto del rapporto di lavoro non potrà essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altre misure ritorsive. È vietato rivelare l’identità del whistleblower, tuttavia non sono ammesse segnalazioni anonime. Il segreto sul nome, in caso di processo penale, non può comunque andare oltre la chiusura delle indagini preliminari.
La tutela del whistleblower vale per tutte le amministrazioni pubbliche, compresi gli enti pubblici economici e quelli di diritto privato sotto controllo pubblico, e si applica anche a consulenti e collaboratori e a chi lavora in imprese che forniscono beni e servizi alla pubbblica amministrazione. Si estende anche al settore privato prevedendo che nei modelli organizzativi e di gestione, predisposti dalle società sulla base del decreto 231/2001 per prevenire la commissione di reati, siano inserite anche norme specifiche a tutela della riservatezza di chi effettua segnalazioni di illeciti.
In attesa delle norme sono soprattutto le pubbliche amministrazioni a procedere.
L’Agenzia delle Entrate, per esempio, ha introdotto una procedura che consente ai dipendenti di segnalare condotte illecite all’interno del proprio ufficio attraverso un canale informatico predisposto con una modalità di comunicazione crittografata. Nel primo anno di applicazione ha prodotto 210 segnalazioni.
Ma sul whistleblowing hanno adottato provvedimenti anche Inps e Inail, senza molte segnalazioni a dire la verità. Come pure nel caso di Consip (2 segnalazioni a fine 2015) e in Rai (una quarantina all’anno nel biennio 2014-2015) o in Leonardo-Finmeccanica (26 segnalazioni anonime nel 2015).
Accesso criptato anche al Comune di Milano (ma procedure sono state attuate anche Roma, Firenze, Palermo), dove è stata istituita una piattaforma informatica per le segnalazioni.
Corruzione e procedure di concessione appalti i casi di illecito più segnalati, a detta dell’Anac.
Il Sole 24 Ore – 11 aprile 2017