Il ricorso contro la norma nazionale che chiede alle Regioni di spendere per il personale l’1,4% in meno di quanto era stato nel 2004 (articolo 1, comma 454, legge 205/2017) è stato notificato il 27 febbraio. Una norma che, secondo gli avvocati della Regione, potrebbe ledere le competenze regionali e viola gli articoli 117 e 119 della Costituzione. “Il problema – spiega la Regione – è ‘anzitutto lessicale’ e tutto ruota attorno ad un ‘ovvero’”.
La Regione Toscana ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro la norma nazionale che chiede ai sistemi sanitari di spendere per il personale l’1,4 per cento in meno di quanto era stato nel 2004. La norma impugnata per illegittimità costituzionale è quella dell’articolo 1, comma 454 della legge 205/2017, ovvero la finanziaria del governo, nella parte in cui inserisce un ulteriore vincolo, puntuale, alla spesa annua del personale sanitario: una norma che, secondo gli avvocati della Regione, lede le competenze regionali e viola gli articoli 117 e 119 della Costituzione.
Il ricorso è stato notificato il 27 febbraio 2018, precisa la Regione smentendo quanto riportato oggi da Repubblica in cronaca locale. Sul quotidiano, infatti, si riferiva che la Regione, contrariamente a quanto annunciato, non aveva, ad oggi, impugnato la norma incriminata. Invece, spiega il presidente della Regione, Enrico Rossi, in una nota “il via libera al ricorso da parte della giunta c’è stato il 19 febbraio (sei giorni dopo l’annuncio ndr) e il ricorso è stato notificato alla Consulta il 27 febbraio”.
Il problema, secondo la Regione, è “anzitutto lessicale” e tutto ruota attorno ad un “ovvero”. “Se la congiunzione avesse un significato disgiuntivo – spiega la Regione nella nota – le Regioni avrebbero facoltà di scegliere il metodo attraverso cui raggiungere il tetto di spesa stabilito dal legislatore statale; e non vi sarebbero dunque vizi di costituzionalità. Ma se quell’ “ovvero” avesse un significato esplicativo ed indicasse un modo obbligato – come peraltro parrebbe dalla relazione che in Parlamento illustrava l’emendamento – allora la norma non potrebbe essere considerata di principio e diventerebbe illegittima”.
“Le conseguenze non sono peraltro uguali per tutti”, evidenziano gli uffici della giunta regionale. “Il comma impugnato, incidendo sulle spese del personale, colpirebbe infatti di più le Regioni che gestiscono il servizio sanitario con personale pubblico assunto nelle aziende sanitarie e ospedaliere, come la Toscana appunto, e non quelle che per erogare le stesse prestazioni si rivolgono invece a privati”.
20 marzo 2018 (QS)