Tagli, tasse ed esclusi: l’altra faccia del bonus. I conti dell’aumento dell’imposta sui conti correnti
Le attese di pensionati e incapienti miliardi Il valore del bonus Irpef da 80 euro che andrà, da maggio, a coloro che guadagnano tra 8 mila e 24 mila euro lordi. L’estensione agli incapienti sarebbe costata circa 1 miliardo di euro, questa misura sarà varata nella seconda parte dell’anno miliardi I risparmi negli acquisti di beni e servizi nella pubblica amministrazione nel 2014 che andranno a concorrere per la copertura per il bonus da 80 euro.
Nel 2015 il governo stima di far salire questo risparmio a 5 miliardi. Sempre quest’anno il risparmio sulle agevolazioni alle imprese sarà di 1 miliardo miliardi Il valore del bonus Irpef da 80 euro che andrà, da maggio, a coloro che guadagnano tra 8 mila e 24 mila euro lordi. L’estensione agli incapienti sarebbe costata circa 1 miliardo di euro, questa misura sarà varata nella seconda parte dell’anno miliardi I risparmi negli acquisti di beni e servizi nella pubblica amministrazione nel 2014 che andranno a concorrere per la copertura per il bonus da 80 euro. Nel 2015 il governo stima di far salire questo risparmio a 5 miliardi. Sempre quest’anno il risparmio sulle agevolazioni alle imprese sarà di 1 miliardo
Il testo finale del decreto che ha introdotto il bonus di 80 euro è atteso questa settimana. Sarà interessante verificarne il contenuto, perché le varie bozze che sono circolate hanno presentato di volta in volta ipotesi di copertura del bonus da 80 euro che si traducevano in prelievi fiscali: c’è stata, tra le altre, l’ipotesi di riordinare la tassazione dei prodotti da fumo, così come è apparso in una delle bozze un ritocco alle accise, mentre è stato ventilato un deciso taglio delle agevolazioni per l’autotrasporto di cui per ora non si ha notizia certa.
In attesa di vedere cosa sia davvero passato, ci atteniamo alle notizie ufficializzate dalla conferenza stampa del premier e dal comunicato stampa di palazzo Chigi per rilevare come il prelievo fiscale, per ora, riguardi in misura differente tanto le famiglie quanto le imprese, in particolare quelle agricole e bancarie.
Per quanto riguarda le famiglie in particolare non è stata una sorpresa l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie con l’aliquota che passa dal 20% al 26%. Era stata presentata come la misura che avrebbe finanziato il taglio dell’Irap per le imprese dal 3,9% al 3,5% , e così probabilmente sarà. La misura, come è stato più volte precisato, non riguarda i titoli del debito pubblico, che sono i più diffusi tra i piccoli investitori, ma non risparmia però i conti correnti bancari e postali. Sempre per quanto riguarda le famiglie, non si può parlare di nuova tassa ma può definirsi un mancato vantaggio quello degli «incapienti», cioè coloro che guadagnano fino a 8 mila euro lordi annui e sono esenti da tasse, che hanno visto sfumare, almeno per ora,il bonus di 80 euro che invece andrà, da maggio, a coloro che guadagnano tra 8 mila e e 24 mila euro lordi. Troppo elevato il costo della misura, cifrato in circa un miliardo, che secondo Renzi, sarà comunque varata nella seconda parte dell’anno, insieme con l’estensione del bonus alle partite Iva, anche queste rimaste a bocca asciutta, come del resto i pensionati.
Il secondo capitolo dei nuovi prelievi riguarda le imprese ed è un capitolo che resta aperto, perché è quello che rischia di arricchirsi di ulteriori sorprese. Intanto dal decreto è spuntato, accanto allo sconto Irap di cui abbiamo parlato, una vera e propria stangata che è passata nel capitolo «tagli alle agevolazioni alle imprese». Stiamo parlando della rata unica sulla rivalutazione dei beni d’impresa, per un valore stimato in 600 milioni. L’ultima legge di Stabilità aveva consentito di spalmare su tre anni e senza interessi l’imposta del 12 o del 16% che le imprese sono tenute a pagare quando fanno questa operazione, spesso adoperata per far quadrare i bilanci. Ora quella rateizzazione in tre anni scompare, così «gli importi previsti per il 2015 e il 2016 dovranno essere corrisposti nel 2014 per un importo di 600 milioni». Una misura che in sostanza anticipa gli effetti di una tassazione e perciò non sarà ripetibile.
Ancora sulle imprese, quelle agricole, grava per 350 milioni la revisione dell’Imu sui terreni. Oggi tre Comuni su quattro sono esenti da questa tassazione perché di montagna, di collina oppure svantaggiati. Il governo ha deciso che la lista degli esenti sarà sfoltita dal ministero dell’Economia con l’obiettivo di ricavarne 350 milioni, con un taglio questa volta strutturale. Le imprese potranno considerarsi ripagate dalla nuova tranche di pagamenti arretrati della Pubblica amministrazione da 8 miliardi?
E veniamo alle banche, protagoniste di un salasso da 1,8 miliardi. Una cifra considerevole visto che l’intera copertura del bonus da 80 euro vale 6,9 miliardi. Agli istituti di credito vengono inoltre ridotte le commissioni bancarie riconosciute dallo Stato per l’incasso delle deleghe di pagamento (F24). Ma torniamo alla stangata, che si articola in un aumento dal 12% al 26% dell’aliquota che si applica sulla rivalutazione delle quote di Banca d’Italia detenute dalle banche. Non solo il versamento che prima era stato rateizzato in tre rate adesso è previsto in un’unica soluzione entro metà giugno. Le banche contestano che la tassazione è retroattiva perché grava sui bilanci 2013 già chiusi. Ricorsi sono possibili.
Antonella Baccaro – Corriere della Sera – 22 aprile 2014