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Tares, stangata confermata. Per i ristoranti botta da 4.200 euro

Il decreto “salda debiti” approvato dal Consiglio dei ministri riguarda anche la Tares . E’ stata infatti rinviata all’ultima rata di dicembre la maggiorazione di 0,30 euro per metro quadro già previsto dal decreto Salva Italia.

Viene data facoltà ai comuni di intervenire sul numero delle rate e sulla scadenza delle stesse, come previsto dal Salva Italia. A tutela del contribuente viene previsto che la deliberazione sia adottata e pubblicata dal Comune almeno 30 giorni prima della data del versamento. I numeri della stangata Ipotizziamo un calendario in tre rate, in cui le prime due seguano anche negli importi le regole della vecchia Tarsu rimandando a dicembre l’appuntamento vero e proprio con la Tares. Per una famiglia che abita in un Comune dove la tassa rifiuti copriva con le vecchie regole l’80% del costo del servizio, la rata natalizia quasi doppia rispetto alle vecchie rate.

Nei Comuni dove la Tarsu era più vicina all’obiettivo della copertura integrale i rincari sarebbero ovviamente più ridotti, ma nessuno sfuggirebbe agli aumenti perché nei conti di dicembre entrerebbe anche la maggiorazione statale. Ancora peggiori sarebbero però le prospettive per negozi e piccole imprese commerciali che, con l’eccezione dei 1.300 Comuni in cui era entrata in vigore la tariffa (Tia), pagherebbero caro l’appuntamento con il «metodo normalizzato».

Elaborando con il solito metodo delle tre rate i super-aumenti calcolati nei giorni scorsi da Confcommercio, si può ipotizzare che un ristorante da 200 metri quadrati pagherebbe a maggio e settembre 267,6 euro a rata, in linea con i livelli della Tarsu, ma a dicembre dovrebbe attendersi una botta da 4.200 euro: anche negli altri esercizi commerciali, la bolletta natalizia peserebbe tra le 10 e le 20 volte di più rispetto alle prime due rate, a seconda della tipologia dell’esercizio commerciale e della sua metratura (che determina la maggiorazione statale).

Contando che a Natale si paga il saldo Imu (spesso più che doppia rispetto all’Ici nel caso di negozi e imprese), il secondo acconto Ires e Irpef per gli autonomi, e il conguaglio Irpef per i dipendenti, ogni prospettiva di ripresa dei consumi festivi sembra tramontare.

 Il Sole 24 Ore – 6 aprile 2013

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