Terremoto, nuove scosse. 17 morti, lutto nazionale il 4 giugno
Alle 9 la scossa più forte di 5.8, alle 13 altre tre di oltre 5 gradi. Crollano i capannoni, si scava tra le macerie, 350 feriti. Una donna estratta viva dalle macerie a Cavezzo. Lutto nazionale il 4 giugno
La terra trema ancora in Emilia e questa volta la scossa, di magnitudo 5.8, ha seminato il panico in tutto il Nord Italia. Il bilancio provvisorio è di 16 vittime accertate, mentre il numero dei dispersi è sceso a uno. I feriti sono circa 350. In serata una donna è stata estratta viva dalle macerie a Cavezzo. Il prossimo 4 giugno sarà una giornata di lutto nazionale, come ha dichiarato il sottosegretario Antonio Catricalà, in un’informativa al Senato sul sisma.
Ingv: previste repliche anche forti. Intanto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) mette in guardia: la sequenza delle repliche «sarà lunga e non si può escludere che possano avvenire altri forti terremoti, come quello avvenuto oggi», ha detto il presidente dell’Ingv, Stefano Gresta secondo il quale si tratta di «un terremoto che si inserisce in una sequenza. Spesso può accadere che durante una sequenza possano avvenire scosse di magnitudo confrontabili a quella della scossa principale».
La paura. La scossa di stamani è stata avvertita in gran parte del Nord: dalla Toscana al Friuli, fino al Piemonte la gente è scesa in strada. Paura a Bologna, scuole evacuate a Firenze, paura nelle strade anche a Milano. La più colpita rimane l’Emilia, dove si registrano ancora vittime e crolli nelle zone già coinvolte dalla scossa delle 4.04 dello scorso 20 maggio. Il bilancio di allora era pesantissimo, 7 vittime e più di 6mila sfollati. Oggi, però, le cose sembrano essere andate anche peggio. Intanto la terra continua a tremare: dopo la prima, fortissima, avvertita anche in Austria, sono state registrate almeno altre 10 scosse. Alle 12.56 la terra trema ancora, per più di 30 lunghissimi secondi, con una magnitudo di 5.3 gradi richter. E poi ancora, alle 13 e alle 13.01, per alcuni secondi, con magnitudo 5.1.
Vittime e dispersi. Sono almeno 16 le vittime accertate del sisma nel Modenese. Quattro a Cavezzo, tre operai a San Felice (nel crollo della azienda Meta), tre a Mirandola, un anziano a Concordia, colpito da un cornicione, uno a Cento, tre a Medolla. Morto anche il parroco di Rovereto di Novi, nel crollo della chiesa, mentre tentava di mettere in salvo una statua della Madonna. E due donne sono morte a Cavezzo. Una delle due è rimasta sepolta dalle macerie del Mobilificio Malavasi. Precedentemente si era parlato di 17 morti perché Mohammad Agaar, l’operaio marocchino deceduto nel crollo del capannone della fabbrica Meta di San Felice e residente a Finale Emilia, era stato conteggiato due volte (in realtà a Finale non sarebbe deceduto nessuno). Ci sono anche dei feriti, circa 200. Sette i dispersi: uno a Mirandola, tre a Medolla e tre a Cavezzo.
I nomi. Le tre vittime del crollo del capannone all’azienda Meta di San Felice sul Panaro sono l’ingegner Gianni Bignardi, 62enne di Mirandola, che stava effettuando verifiche statiche sulla struttura, il caporeparto marocchino Mohamad Azarg, 46 anni e due figli, residente a Finale Emilia, e l’operaio indiano Kumar Pawan, 27 anni e due figli, residente a San Felice. Uno dei tre operai morti nel crollo di un capannone a Medolla è Paolo Siclari, di 37 anni, di Messina. sposato con Viviana Lo Furno il 10 aprile del 1999. Dal giugno del 2001 si era trasferito a lavorare al nord. Miracolosamente illeso un concittadino di Siclari che lavora nella stessa azienda, la Haemotronic, Alessandro Sghembari. Al momento della scossa si era recato al bagno, una circostanza che gli ha probabilmente salvato la vita.
Morto un operaio di Castelmassa. Il collega rodigino: «Sono salvo per miracolo». Il corpo del lavoratore, Paolo Siclari è stato recuperato nel tardo pomeriggio sotto le macerie del capannone. L’operaio, di origini siciliane che viveva nel Rodigino, ogni giorno percorreva i 30 chilometri che separano Castelmassa da Medolla per recarsi al lavoro. Lo ha confermato il sindaco della località polesana, Eugenio Boschini. Siclari era padre di due figli. Il comandante della polizia municipale di Castelmassa è andato nel pomeriggio a casa dei familiari di Siclari, per testimoniare la vicinanza dell’amministrazione polesana. «Lo conoscevo solo di vista – racconta il sindaco – so che era separato e aveva due figli». Boschini spiega che sono molti gli operai di Castelmassa impiegati nella zona di Medolla.
Alcune delle vittime sono morte per il crollo di capannoni industriali che non erano stati precedentemente danneggiati dalla scossa del 20 maggio. Un altro capannone industriale è crollato a Medolla, sempre nel modenese: si scava nelle macerie, alla ricerca dei dispersi. Ed è stato estratto vivo uno dei due operai dispersi nella ditta Bbg di Mirandola, colpita dal sisma. Non è morto, contrariamente a quanto detto in precedenza, il parroco del duomo di Carpi. Non vi sarebbero neanche danni strutturali al Duomo della cittadina.
Ottomila sfollati in Emilia. Il sisma di oggi ha provocato ottomila sfollati che si aggiungono ai seimila della scossa dello scorso 20 maggio, per un totale di 14mila, come ha detto Catricalà in Senato. Saranno allestiti entro la serata 4mila nuovi posti per gli sfollati. La Protezione civile si è attivata per rafforzare con un migliaio di posti le strutture già esistenti, mentre grazie all’aiuto di altre Regioni saranno attrezzati 5 nuovi campi di accoglienza con 1.250 posti. In aumento anche gli alberghi disponibili a ospitare la popolazione delle zone colpite. A Crevalcore due treni speciali con cuccette e posti letto sono stati destinati all’accoglienza di circa 450 sfollati. Nel mantovano gli sono 1300 e saranno accolti in una tendopoli da 500 posti allestita a Moglia e altre nei comuni vicini, per circa 1500 posti.
Colpita l’Emilia, dove si sono registrati nuovi crolli nelle zone già duramente colpite dal sisma del 20 maggio, in particolare a Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro. Il duomo e la chiesa di San Francesco a Mirandola sarebbero crollati. A Bologna, dove domani e dopodomani le scuole rimarranno chiuse, moltissime le persone corse fuori da case e uffici e scese per le vie del centro storico. Diverse anche le scuole e i dipartimenti universitari dove le lezioni erano da poco iniziate e dove studenti e insegnanti sono stati fatti evacuare. Paura anche a Reggio Emilia: gli studenti sono usciti dalle scuole e il sindaco Graziano Delrio ha suggerito di lasciarli fuori fino a quando la situazione non sarà più tranquilla. Moltissime le chiamate ai vigili del fuoco. La zona più colpita è quella di Reggiolo e Luzzara, nella bassa sul confine con Modena, che già aveva subito danni nella prima scossa.
Mobilitati i militari del Genio. Cinquanta militari del Genio Ferrovieri di Bologna, con relativi mezzi, sono stati mobilitati per far fronte all’emergenza terremoto di oggi e si uniscono a quelli già in azione dai giorni scorsi. Una ventina di genieri con 4 mezzi si sono già diretti a Cappelletta del Duca, presso San Felice sul Panaro.
La scossa è stata registrata alle ore 9 con magnitudo 5.8. Secondo gli esperti della sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) la scossa «fa parte della sequenza in atto». L’epicentro è stato localizzato a Mirandola (Modena). Il sisma è stato abbastanza superficiale, ad una profondità compresa fra 5 e 10 chilometri: proprio per questo la scossa è stata avvertita così chiaramente in un’area così ampia. Ma la terra ha continuato a tremare: alle 9,07 (magnitudo 4,0), alle 9,11 (3,6), alle 9,13 (3,6), alle 9,30 (3,2) e alle 9,38 (3,1). Il terremoto è stato anche avvertito anche in Austria. Lo ha comunicato l’agenzia stampa Apa, citando l’Istituto di meteorologia e geodinamica di Vienna. L’Austria dista dall’epicentro circa 350 chilometri.
Le tre forti scosse intorno alle 13. La prima scossa è avvenuta alle 12.56 nella zona di Mirandola ad una profondità di 6,8 chilometri. Una seconda scossa di magnitudo 5.1 è stata registrata alle 13 ed una terza, sempre di magnitudo superiore a 5, è avvenuta alle 13.01. Sono in corso i calcoli per stabilire la magnitudo esatta.
Nuova faglia. Potrebbe essere la rottura di una nuova faglia all’origine del sisma, avvenuto sul margine occidentale dell’arco di circa 40 chilometri attivato nel sisma del 20 maggio scorso. Allora le scosse più forti erano avvenute nella zona orientale. «Si temeva che con una struttura così complessa, potesse esserci spazio per altri terremoti di grande entità», ha detto il sismologo dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato.
Gabrielli: non era una scossa di assestamento. La violenta scossa di terremoto che si è abbattutta oggi alle 9 sull’Emilia «non è stata una scossa di assestamento, ma un nuovo terremoto», indipendente cioè da quello altrettanto violento che si è verificato il 20 maggio sempre in Emilia. È quanto ha precisato il capo della protezione civile Franco Gabrielli, nel corso del summit sull’emergenza sisma appena conclusosi nel centro provinciale della protezione civile di Modena, a Marzaglia. Il fatto è stato poi confermato da Catricalà in Senato. «Dobbiamo riazzerare le lancette» ha aggiunto Gabrielli, rimarcando che la priorità al momento è «il soccorso ai dispersi». Quanto alle vittime, secondo Gabrielli «il bilancio finale non sarà insignificante». Intanto si teme per le sorti di altre 4 o 5 persone di cui non si ha più notizia.
Numero per le donazioni. Da stasera, come preannunciato da Gabrielli, è attivo il numero telefonico 45500 per inviare sms di solidarietà a favore delle popolazioni terremotate dell’Emilia. In questo modo si potrà donare 2 euro per ogni sms inviato.
Trasporti. Sono state riaperte tutte linee ferroviarie interessate dal terremoto. Sta tornando alla normalità la circolazione dei treni sulla Bologna-Verona, Bologna-Padova, Bologna-Piacenza e Verona-Modena. Lo rendono noto le Ferrovie dello Stato. Il transito dei convogli, che in alcuni tratti procede a velocità ridotta, è stato sospeso per circa 30 minuti per fare il punto sulla situazione delle infrastrutture e i necessari controlli a seguito della scossa tellurica. Nessuna conseguenza per la circolazione sulla rete autostradale. Lo rende noto Autostrade per l’Italia, aggiungendo che immediatamente dopo la scossa tellurica sono state attivate le procedure di verifica dell’ infrastruttura.
A Milano numerosi palazzi del centro, compresa la sede della Regione Lombardia, il cosiddetto Pirellone, sono stati fatti evacuare per ragioni di sicurezza poco dopo la scossa. Evacuati anche molti uffici nell’hinterland.
Dalla Toscana alla Val d’Aosta. La scossa è stata avvertita forte anche a Firenze. In molte scuole fiorentine è scoppiato il panico, sono state interrotte le lezioni e sono stati predisposti i piani di evacuazione, la gente è scesa nelle strade. Dopo la seconda scossa di terremoto, avvertita distintamente in tutta la città, per precauzione è stato evacuato il nuovo Palazzo di giustizia che sorge nell’area di
Novoli. Ad Aosta alcuni piani del palazzo regionale sono stati evacuati a scopo precauzionale. Il sisma è stato avvertito anche in Trentino, in modo particolare ai piani alti degli edifici. Evacuati anche qui uffici e scuole, così come a Genova e nel levante ligure. Molte sono state le chiamate al centralino della centrale 115 dei vigili del fuoco da parte di cittadini allarmati. Telefoni in tilt anche in Umbria e Marche.
Il Gazzettino – 29 maggio – ore 22.00