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Riforma 281. Commissione agricoltura: le guardie zoofile non agiscano di iniziativa propria ma solo su coordinamento Asl

1a1a1_aaaaaaaguardie-zoofileLa Commissione agricoltura, nell’ambito della discussione sul disegno di legge “Nuove norme in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo e tutela dell’incolumità pubblica”, ha approvato la proposta formulata dal relatore Antonio Cuomo che ha condizionato il proprio parere favorevole alla richiesta di escludere che le guardie zoofile, nominate in base alla legge n. 189 del 2004, possano avere facoltà di “agire di propria iniziativa, senza l’indispensabile coordinamento e la necessaria disposizione delle Asl o delle autorità di pubblica sicurezza”. Parere opposto quindi a quello della Commissione lavoro che, nell’aprile scorso, aveva chiesto l’inserimento di una disposizione che preveda l'”autonomia” delle guardie zoofile

E cioè che, nello svolgimento dei propri compiti istituzionali, abbiano la facoltà di agire di propria iniziativa e non solo su coordinamento e disposizione delle Asl o delle autorità di pubblica sicurezza. Anzi, avevano aggiunto i parlamentari, deve essere considerato «particolarmente grave il contenuto del comma 1 dell’articolo 30, che comporta, nella sostanza, che le guardie zoofile non possano adottare alcuna misura se non per iniziativa e su disposizione dei veterinari Asl, con ciò segnando, di fatto, la fine della vigilanza zoofila». Leggi il parere della Commissione lavoro

La Commissione agricoltura ha quindi escluso tasse di scopo e “demolito” il principio secondo cui basta essersi costituiti come associazione no profit per organizzare corsi per conto di enti pubblici e amministrare i programmi di assistenza degli animali d’affezione. Per questo si punta a maggiori e più complete competenze, mantenendo per esempio l’ausilio delle associazioni rappresentative degli allevatori e dei commercianti di animali d’affezione tra i soggetti di cui le regioni e le province autonome possono avvalersi, “al fine di favorire una migliore, più tecnica, preparazione dei soggetti che aspirano ad intraprendere un’attività economica con animali d’affezione”.

Lo stesso provvedimento esclude “l’assimilazione dell’attività produttiva agricola a quella commerciale o all’attività di ricovero dei cani randagi destinataria di pubblici contributi”.

La Commissione accompagna il parere a una osservazione: «Valuti la Commissione di merito se non sia più opportuno, con riferimento ai soggetti di cui le regioni e le province autonome possono avvalersi per l’organizzazione dei corsi di formazione professionale, escludere le associazioni riconosciute ed inserire invece gli agronomi, al fine di favorire una migliore, più tecnica, preparazione dei soggetti che aspirano ad intraprendere un’attività economica con animali d’affezione».

«La Commissione correttamente si occupa anche degli animali di affezione, anche rispetto a visioni distorte del mondo animalista» è stato il commento di Viviana Beccalossi (Pdl) nel corso della trattazione del testo Di diverso parere Basilio Catanoso (sempre Pdl) che ha deciso di non partecipare al voto.

A cura ufficio stampa Sivemp Veneto – 29 maggio 2012

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