L’ex direttore dell’Azienda sanitaria, Carlo Favaretti, è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 211.700 euro alla stessa Apss. Sotto accusa una consulenza esterna in materia di «project management» affidata dall’ex manager. Quel denaro, secondo i magistrati contabili, si poteva risparmiare.
Incarichi esterni, condannato Favaretti Deve rifondere 211 mila euro all’Azienda per le consulenze affidate a Rosa Heinrich. La Corte dei conti dura con l’ex manager della sanità trentina: soldi sprecati, l’amministrazione aveva al suo interno le competenze per svolgere quelle stesse attività
Secondo la difesa l’ex direttore aveva fatto un investimento strategico in formazione del personale. I giudici esprimono dubbi sul curriculum dell’esperta in project management
Ancora una volta la Corte dei conti di Trento bacchetta, anzi in questo caso bastona vista l’entità della condanna, I’ uso troppo disinvolto delle consulenze esterne negli enti pubblici. A farne le spese è l’ex direttore generale dell’Azienda sanitaria di Trento, Carlo Favaretti: dovrà risarcire all’ente 211.700 euro oltre a rivalutazione monetaria e interessi. Cifra che rappresenta quanto la stessa Azienda sborsò per una pagare una consulenza, profumatamente retribuita, in materia di «project management». Denaro che, secondo i giudici contabili, si sarebbe potuto benissimo risparmiare perché l’amministrazione aveva al suo interno tra i propri dipendenti professionalità sufficienti a svolgere quello stesso incarico. Il procedimento prende le mosse da vari incarichi di consulenza che l’allora direttore Fava-retti conferì alla signora Germana Rosa Heinrich nel triennio 2004-2006. La prima consulenza aveva per oggetto lo sviluppo dell’attività progettuale nell’ambito dei sistemi informativi da svolgere nel tempo non superiore a 38 giorni lavorativi a fronte di un compenso di 40 mila euro più iva e spese di viaggio, vitto e alloggio. Nel 2005 la consulenza veniva rinnovata, anzi raddoppiata: 80.100 euro per un impegno massimo di 90 giorni lavorativi per consolidare lo sviluppo del «Project Management» e del «Project Management Office». Progetto che poi Favaretti decise di consolidare anche nel 2006 con un ultimo incarico sempre da 80.100 euro. A queste somme si aggiungevano degli incarichi di docenza per complessivi 18.550 euro. La signora Heinrich era stata scelta – così aveva giustificato l’incarico Favaretti – per le sue alte qualifiche professionali e per l’assenza in seno all’Azienda di conoscenze specialistiche idonee a garantire lo svolgimento delle stesse prestazioni professionali. La procura regionale della Corte dei conti però è arrivata a conclusioni diverse. Secondo l’accusa, non solo in Azienda c’erano professionalità più che adeguate, ma c’era anche la possibilità di appoggiarsi ad Informatica Trentina senza necessità di coprire d’oro un professionista esterno. La procura, citando una propria consulenza, sostiene infatti che l’incarico era stato remunerato in eccesso:117.720 euro è la cifra giudicata congrua a fonte dei 200.000 pagati. La difesa di Favaretti, con gli avvocati Franco Larentis di Trento e Pierangelo laricci di Roma, ha replicato alle accuse sottolineando che quello fatto da Favaretti era stato un «investimento strategico». La consulente aveva permesso di far crescere in seno all’Azienda le professionalità necessarie a introdurre nuovi sistemi gestionali e organizzativi con ricadute positive su tutta la complessa struttura. La corte dei conti – con i giudici Ignazio Del Castillo (presidente), Grazia Bacchi e Irene Thomaseth – si è convinta invece che Favaretti abbia agito con colpa grave creando un danno erariale all’Azienda. In sentenza si rileva innanzitutto *l’anomala procedura» che vide la signora Heinrich proporre la sua consulenza. Venne ingaggiata quando all’interno dell’amministrazione sanitaria già lavo- rava un manager con competenze specifiche in materia: si tratta di Ettore Turra, laureato in economia aziendale alla Bocconi e dal solido curriculum professionale con esperienze maturate anche in ambito internazionale e incarichi di docenza universitaria. Viceversa
Qui sopra l’ex direttore generale dell’Azienda sanitaria di Trento Carlo Favaretti. E stato condannato dalla Corte dei conti a rifondere 211 mila euro.
non altrettanto “corazzato” appariva il curriculum della signora Heinrich (impropriamente qualificata “dottoressa” nelle delibere di incarico, scrivono i giudici), priva di titoli accademici, in possesso di certificazioni Ipma e con elevate esperienze in project management in realtà aziendali come la Diesel. Ma secondo i giudici «rimane dubbia la provata competenza della medesima (Heinrich, ndr) sia a causa del curriculum di incerta provenienza, sia per l’impossibilità di valutarne l’apporto collaborativo». Anzi, secondo la corte l’attività oggetto degli incarichi esterni sarebbe stata svolta in via principale dal dottor Turra mentre la consulente Heinrich aveva un ruolo da «gregario, se non inconsistente». E anzi, «l’unica chiara traccia dell’attività prestata da quest’ultima consiste nella fatturazione ammessa a pagamento». Insomma, quell’incarico fu uno spreco di risorse pubbliche e per questo l’ex direttore super retribuito Fava-retti ora dovrà rifondere le casse dell’Azienda sanitaria.
Carlo Favaretti, 61 anni, nato a Cittadella, attualmente direttore generale dell’Azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Udine, non commenta: «Naturalmente mi dispiace, ma non intendo entrare nel merito della sentenza. Comunque proporremo appello», si limita a dire. Favaretti guidò l’Azienda sanitaria trentina per otto anni fino al gennaio del 2008 quando venne ufficializzata la sua partenza. Un incarico di elevata responsabilità il suo e di elevata retribuzione: 210 mila euro annui più i premi di risultato. A questi premi fanno accenno in sentenza anche i giudici, non perché fossero oggetto del procedimento tributario, ma perché proprio negli anni in cui Favaretti affidava le consulenze “incriminate” la Provincia lo promuoveva a pieni voti: «Nell’anno 2004 – si legge in sentenza – la giunta provinciale di Trento aveva deliberato di attribuire al dottor Favaretti un compenso aggiuntivo corrispondente alla percentuale massima del 20% sul trattamento economico percepito in relazione agli specifici obiettivi della rielaborazione degli strumenti di programmazione dell’Apss e dell’adozione di efficienti sistemi gestionali». Altro aspetto singolare che emerge dalla sentenza è relativo al curriculum della consulente Maria Heinrich. Scrivono i giudici citando le indagini condotte dalla Guardia di finanza «nell’ambito del procedimento penale vertente sui fatti in esame»: «Lo stesso curriculum risulterebbe non chiaramente attribuibile alla stessa signora Heinrich in quanto una sua prima versione, acquisita dall’Apss nel 2003, sarebbe priva di data e di firma, ed addirittura una seconda versione del documento sarebbe stata creata nel-l’agosto del 2004 con un computer in dotazione all’Ospedale Santa Chiara e recherebbe il nome di “Carlo Favaretti”.
L’Adige – 24 maggio 2012