di Valentina Calzavara. Emergenza nutrie nella Marca, sarebbero ormai più di 130 mila gli esemplari che hanno colonizzato fossi, fiumi e canali nel Trevigiano. «Una situazione insostenibile», secondo Mirco Lorenzon, assessore provinciale all’Agricoltura, caccia e pesca, che chiede la convocazione di un tavolo con il Prefetto al più presto.
«Occorre una risposta rapida o si rischia che sia davvero troppo tardi», spiega l’assessore, «serve un’ordinanza prefettizia che detti le regole del controllo e dell’abbattimento degli esemplari. La popolazione di roditori sta raggiungendo numeri preoccupanti. Già diversi sindaci mi hanno contattato per segnalare disagi. Le nutrie danneggiano il nostro reticolo idrico, ma provocano anche problemi all’agricoltura, ora sono sotto assedio le coltivazioni di radicchio».
Una situazione che sarebbe legata alla riforma della legge 157. La modifica risale alla scorsa estate e ha portato a catalogare le nutrie come roditori al pari dei topi, e non più come una specie protetta. Un cambiamento che ha finito per attribuire l’onere del loro controllo direttamente ai comuni (esattamente come già avviene per la derattizzazione), smantellando quindi il pool di cacciatori autorizzato dalla Provincia a occuparsi dell’abbattimento dei capi. «Prima c’erano i nostri cacciatori muniti di apposito tesserino e casacca di riconoscimento che potevano occuparsi del problema», continua Lorenzon, «ma adesso, con la modifica della legge, non sono più autorizzati a farlo e intanto le nutrie si riproducono velocemente. Ecco perché già diversi sindaci sono disposti a fare quadrato, e io sono con loro, per chiedere al Prefetto che si pronunci sulla questione restituendo al mondo venatorio la possibilità di abbattimento come avveniva fino a qualche tempo fa».
Appare invece più difficile una modifica alla normativa da parte del legislatore, ma Lorenzon non si scoraggia e chiede anche al ministero competente di valutare con attenzione la situazione di Treviso e provincia. «Sarebbe tanto semplice se a Roma facessero una variazione della normativa e che si restituisse ai cacciatori la potestà di occuparsi della nutrie». Alla voce dell’assessore si uniscono quelle di alcuni sindaci trevigiani. «Oggi ogni comune dovrebbe pagarsi il suo problema come fa con la derattizzazione», aggiunge Lorenzon.Molta è anche la preoccupazione tra gli agricoltori. «I raccolti che ora vengono attaccati dalle nutrie sono il radicchio, per chi ha gli appezzamenti vicini ai corsi d’acqua, e il residuo del mais trebbiato» sottolinea Walter Feltrin, presidente della Coldiretti «bisogna intervenire».
La Tribuna di Treviso – 17 gennaio 2015