Le Commissioni ambiente ed agricoltura del Parlamento europeo hanno approvato, con 82 voti a favore, 8 contrari ed 8 astenuti, un progetto legislativo che punta a vietare la clonazione di animali da allevamento, i loro discendenti ed i prodotti derivati, comprese le importazioni nell’Unione europea. Il testo approvato dalle Commissioni trasforma uno strumento giuridico in una Direttiva che i Paesi membri dell’Ue dovrebbero trasporre nella loro legislazione nazionale, in un regolamento che sarà direttamente applicabile in ciascun paese. Gli eurodeputati hanno anche esteso la portata del divieto fino a coprire tutte le specie allevate e riprodotte a fini agricoli, invece che alle sole specie bovine, ovine, caprine ed equine, come proponeva la commissione europea. La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati è un rischio da non correre quindi. Il rapporto approvato sarà sottoposto al voto del Palamento europeo nella sessione plenaria del 7 – 10 settembre.
La co-relatrice per la Commissione agricoltura e sviluppo rurale, l’eurodeputata italiana Giulia Moi, del Movimento 5 Stelle, ha spiegato che «Ci sono due punti chiave sui quali ci siamo subito concentrati: proteggere la salute dei cittadini e dei consumatori dell’Ue ed estendere il divieto per coprire i discendenti degli animali clonati. Il divieto di mettere degli animali clonati o la loro progenie sul mercato europeo per noi è una linea rossa. Siamo ben coscienti che la clonazione è autorizzata in alcuni Paesi terzi con i quali l’Ue commercia, ma non possiamo permettere la messa sul mercato dell’Ue di questi prodotti. Vogliamo anche assicurarci che la clonazione degli animali non diventi una pratica corrente all’interno dell’Ue».
Gli eurodeputati hanno rafforzato la proposta iniziale della Commissione europea, sottolineando gli alti livelli di mortalità a tutti gli stati di sviluppo della clonazione e le preoccupazioni dei cittadini europei riguardo all’etica ed al benessere animale. In effetti, già in un rapporto del 2008 l’Autorità europea per la sicurezza alimentate (Efsa) che la salute ed il benessere di un’alta percentuale di cloni era spesso e gravemente compromessa, con risultati fatali e che questi effetti «Contribuiscono al basso tasso di successo della clonazione, dal 6 al 15% per i bovini e al 6% per i suini e rendono necessario l’impianto di cloni in diversi portatori per ottenere un animale clonato. Inoltre, le anomalie dei coni ed una progenie eccezionalmente grande e portano a nascite difficili ed a decessi neonatali».
La relatrice per la Commissione ambiente, la democristiana tedesca Renate Sommer, ha detto che «a causa degli effetti negativi sul benessere degli animali, la clonazione è stata respinta da una grande maggioranza dei consumatori. Inoltre, non abbiamo bisogno della clonazione per assicurare l’approvvigionamento di carne dell’UE. Vietare la clonazione è quindi una questione di valori e di principi europei Conseguentemente, il divieto non dovrà limitarsi ai soli cloni, ma anche al loro materiale riproduttivo seme ed embrioni), ai loro discendenti ed ai prodotti derivati, comprese le importazioni. E’ necessario se non vogliamo fare la promozione della clonazione nei Paesi terzi».
Anche l’europarlamentare di Forza Italia Elisabetta Gardini ha sottolineato che “il voto quasi unanime di oggi rappresenta un passaggio importante nella lunga battaglia che, come italiani, portiamo avanti da anni. Il Parlamento é determinato a difendere gli standard di sicurezza alimentare europei. Con il testo approvato – ha aggiunto Gardini – abbiamo dimostrato di non voler scendere a compromessi, scartando l’ipotesi di misure meno restrittive, quali l’etichettatura o l’estensione della moratoria provvisoria. Dobbiamo, tuttavia, restare estremamente vigili affinché le misure importanti adottate oggi non siano diluite durante i prossimi passaggi”.
Infatti, la nuova Direttiva renderà illegale l’importazione di animali provenienti dai Paesi extra-Ue, a meno che il certificato di importazione provi che non sono cloni animali o loro discendenti. Dovranno anche essere certificate come non provenienti da animali clonati o dai loro discendenti anche le importazioni di prodotti germinali di origine animale, il cibo e gli alimenti di origine animale.
Soddisfazione da parte degli agricoltori. “E’ doveroso lo stop alla pecora Dolly nel piatto, con la stragrande maggioranza dei cittadini italiani ed europei che ritengono la clonazione a fini alimentari insicura per le future generazioni, che non faccia bene alla salute e che sia innaturale, secondo l’ultimo sondaggio di Eurobarometro”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il voto congiunto delle commissioni per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (Agri) e per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo che hanno adottato il Progetto di Relazione sulla clonazione che trasforma la proposta direttiva in regolamento ed esprime parere contrario alla clonazione di animali per la produzione alimentare, inclusi i loro discendenti e materiale da riproduzione e anche gli alimenti derivati come latte e carne, nell’Unione europea od importati da Paesi terzi, che dovranno adeguarsi alle regole comunitarie.
“La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati – sostiene la Coldiretti – è un rischio da non correre, non accettabile dai consumatori, che pone insormontabili problemi anche di natura etica. La decisione delle commissioni dell’Europarlamento sono anche un segnale chiaro nei confronti delle trattative sugli accordi di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti dove la pratica della clonazione animale si è rapidamente diffusa, al pari di Brasile e Argentina”. “La prima clonazione animale annunciata risale alla pecora Dolly, pubblicata sulla rivista Nature del febbraio 1997 ma da allora si è intensificato lo sfruttamento commerciale di tale tecnica in molti Paesi ed oggi – conclude la Coldiretti – è possibile clonare un animale con una spesa attorno i diecimila euro e la tecnica riguarda già molti animali da allevamento dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli”.
QUALI I PUNTI QUALIFICANTI DEL VOTO DI IERI?
Regolamento e non direttiva
Un primo passo in avanti deriva dallo strumento giuridico che sarà un regolamento e non una direttiva. Garantendo così una maggiore certezza del diritto ed una armonizzazione del mercato interno, senza punti deboli di entrata per Stati membri che volessero perseguire gli stessi fini con mezzi diversi-e quindi, con una frammentazione normativa.
Estesa la definizione di clonazione
La stessa definizione di clonazione viene allargata a tutte le tecniche diverse, oltre al Trasferimento di Nucleo di Cellula Somatica (Somatic Cell Nuclear Transfer -SCNT) sul quale Efsa aveva effettuato, a più riprese, proprie valutazioni circa il benessere animale, la sicurezza alimentare e l’equivalenza nutrizionale.
Tutti gli animali d’allevamento
La normativa inoltre estenderebbe il divieto su tutti gli animali d’allevamento e non solo su bovini, suini , ovicaprini ed equini-come proposto inizialmente dalla Commissione.
Progenie e materiale germinale
La progenie di animali clonati, nonché il materiale germinale, sono parimenti sottoposti a divieto, come anche alimenti e mangimi provenienti da cloni e loro progenie.
Import
Per le importazioni, sarà necessario un certificato di importazione che attesti che gli animali non sono cloni o progenie di animali clonati e che i prodotti non sono derivati da animali clonati o dalla loro progenie. Con un aggiornamento nell’ambito del reg. 882/2004 circa i controlli ufficiali e le garanzie ritenute adeguate.
Questioni in sospeso
Tra le questioni ancora in sospeso, la tracciabilità di cloni e progenie nonché di materiale germinale di cloni e progenie è affidata a misure della Commissione, tramite atti delegati – al fine di meglio entrare nel dettaglio tecnico- entro 6 mesi dall’adozione del regolamento.
Un secondo punto in sospeso e rimesso alla futura valutazione della Commissione riguarda la richiesta di una Relazione da parte della Commissione sull’esperienza acquisita in merito all’applicazione del regolamento, cinque anni dopo la sua entrata in vigore; mentre agli Stati membri è chiesto di riferire alla Commissione non solo sull’applicazione, ma anche tutte le prove scientifiche e tecniche disponibili dei progressi avvenuti (riguardanti in particolare aspetti della clonazione legati al benessere degli animali e alle questioni di sicurezza alimentare) così come sui sistemi di tracciabilità e l’evoluzione delle percezioni e delle preoccupazioni dei consumatori nei confronti della clonazione. A questo riguardo, è stato infine adottato un emendamento volto a chiedere alla Commissione europea una consultazione pubblica volta a verificare eventuali nuove tendenze nella percezione dei consumatori relative ai prodotti alimentari ottenuti da cloni animali.
Per ulteriori informazioni
Press conference by AGRI rapporteurs
18 giugno 2015