La plenaria del Parlamento europeo ha approvato la nuova Commissione Europea guidata da Jean Claude Juncker. 423 sì, 209 no, 67 astenuti il risultato del voto elettronico. La nuova Commissione deve ora essere formalmente incaricata dai Capi di Stato o di governo dell’UE per poter entrare in carica il 1° novembre, con un mandato di cinque anni.
L’esecutivo potrà quindi insediarsi puntualmente alla scadenza di quello uscente presieduto da José Manuel Barroso, all’inizio di novembre. Non ci saranno «svolte epocali». Inaugura così il mandato il nuovo presidente eletto della Commissione europea Jean-Claude Juncker alla plenaria di Strasburgo, che oggi dovrebbe ricevere la conferma del voto di Strasburgo per assumere l’incarico il primo novembre. Il leader del Ppe ha spiegato che «le regole di stabilità non si cambiano» ma vanno interpretate «con quel margine di flessibilità consentito dal trattato e dai testi giuridici». Poi un annuncio importante: il piano di investimenti da 300 miliardi di euro verrà presentato «prima di Natale». «C’è fretta», aggiunge, specificando che il piano «non può essere finanziato con il debito».
Poi sottolinea: la Ue «deve avere anche un’altra “tripla A”, quella sociale, altrettanto importante di quella economica». La nuova Commissione europea «sarà quella dell’ultima opportunità» per la Ue: «o riusciamo a riavvicinare i cittadini o sarà un fiasco totale». Poi sottolinea che «la prossima campagna elettorale nel 2019 dovrà essere una vera campagna paneuropea». Un passaggio contestato dai banchi degli euroscettici, da dove è stato gridato «rubbish» (immondizia). «Rubbish? E lei è ancora lì?» , ha replicato Juncker.
Juncker ha fatto sapere che nessun nuovo Paese entrerà nell’Unione europea durante il mandato della Commissione, nei prossimi 5 anni. «Non vogliamo creare illusioni nei Paesi candidati all’ingresso», ha spiegato, «i negoziati proseguiranno con lo stesso impegno e, se necessario, ci saranno accelerazioni, ma non è realistico pensare che ci saranno nuovi Stati membri dell’Ue nei prossimi 5 anni». L’Ue ha dato il via a negoziati di adesione con sei Paesi: Albania, Islanda, Macedonia, Montenegro, Serbia e Turchia.
A titolo di confronto, la prima Commissione Barroso era stata eletta nel novembre 2004 con 449 voti favorevoli, 149 voti contrari e 82 astensioni. La seconda Commissione Barroso era stata eletta il 9 febbraio 2010 con 488 voti favorevoli, 137 voti contrari e 72 astensioni.
Nella sua dichiarazione introduttiva del dibattito di mercoledì mattina con i gruppi politici, Jean-Claude Juncker ha indicato le modifiche ai portafogli dei commissari, come richiesto dalle commissioni del PE dopo le audizioni. Juncker ha dichiarato che, data la sua composizione, “la futura Commissione sarà molto politica”. Ha quindi difeso la sua nuova architettura, che vede i vicepresidenti pronti a “coordinare, mettere insieme e organizzare le idee”. Sottolineando di aver dovuto “lottare” per ottenere un numero sufficiente di donne nel suo collegio, ha ammesso che “9 donne su 28 commissari resta patetico”.
Accettando le critiche rivoltegli dai deputati durante le audizioni, Juncker ha spiegato di aver deciso di dare il portafoglio per la sorveglianza dei prodotti farmaceutici al Commissario per la salute Vytenis Andriukaitis, quello per la politica spaziale a El?bieta Bienkowska, il portafoglio per la cittadinanza a Dimitris Avramapoulos e quello per lo sport a Tibor Navracsics. Ha detto spiegato di non aver potuto accettare la proposta di eliminare la parola “negoziati” dal portafoglio sull’allargamento poiché sarebbe equivalso a “deludere/illudere” i paesi candidati dell’UE.
Riferendosi alla proposta clausola sulla composizione delle controversie investitori-Stato (ISDS) nei colloqui per il TTIP, Juncker ha affermato che non avrebbe permesso che la giurisdizione dei tribunali dell’UE fosse limitata da tale clausola. Ha quindi sottolineato che terrà fede alla sua proposta sul pacchetto per gli investimenti di 300 miliardi di euro, che sarà presentato “prima di Natale”. “Le regole (del patto di stabilità) non saranno modificate”, Juncker ha aggiunto, sottolineando che “saranno attuate con il grado di flessibilità” che i trattati consentono.
La Stampa e Ansa – 22 ottobre 2014