Ammonta a oltre 300 mila euro il taglio che la Regione intende perpetrare al fondo dell’Usl 1 utilizzato per pagare gli stipendi del personale del comparto, vale a dire infermieri e operatori socio sanitari (-180 mila euro) e della dirigenza medica (-52 mila euro), sanitaria ( -10 mila euro) e tecnica-amministrativa (-60 mila euro). per organizzare la futura Azienda zero,A denunciare questa situazione è Andrea Fiocco, della segreteria della Fp Cgil bellunese, che ieri pomeriggio si è trovato, insieme ai colleghi degli altri sindacati e alle rsu, al tavolo dell’azienda sanitaria con i rappresentanti tecnici di Venezia. «Ci hanno presentato un accordo immodificabile, calato dall’alto, senza alcun margine di trattativa, che prevede, teoricamente, il trasferimento di ben 13 persone tra infermieri, tecnici e dirigenza del comparto all’Azienda zero che sorgerà a Padova», dice Fiocco. Ma prima di questo passaggio di personale, dovrà esserci il trasferimento delle risorse necessarie per pagarlo. «Mentre il passaggio dei dipendenti è solo teorico, perché poi alla fine questo trasferimento sarà su base volontaria, l’assorbimento delle risorse è reale. Sarà prelevato dal fondo stipendi e riguarderà lo 0,96% delle risorse. Questo implicherà una riduzione dei corrispettivi a parità di organico e andrà quindi a danno dei lavoratori dell’Usl: in poche parole, si ridurrà la torta, ma le teste rimarranno le stesse. E questo a noi della Fp Cgil sembra ingiusto, tanto che abbiamo deciso di non sottoscrivere questo tipo di accordo». «Questo trasferimento di personale corrisponderebbe, in realtà, a un taglio dello 0,44% del fondo, mentre la Regione ci prospetta il doppio della riduzione», spiega il sindacalista, «e questo perché queste risorse andranno al personale amministrativo dell’Azienda zero, che percepirà di più». Alle parti sociali hanno prospettato «questa soluzione per evitare esuberi: ma come si possono creare esuberi nell’Usl 1, se non si riesce nemmeno a sostituire il personale che va in pensione? La Regione vuole accelerare questo passaggio all’Azienda zero andando però contro la stessa legge che la istituisce», conclude Fiocco, «legge che prevede che vengano trasferite risorse proporzionalmente al numero di lavoratori. Come sindacato non ci stiamo, intendiamo ricorrere al giudice del lavoro». (p.d.a.)
IL CORRIERE DELLE ALPI – Martedì, 19 settembre 201