L’Ulss 19 ha cessato di esistere il 31 dicembre del 2016. Ed ha chiuso in bellezza, visto che l’ultimo bilancio fa registrare un avanzo di ben 675.839 euro. A questo “più” fa riscontro il “meno” dell’Ulss 18, il cui ultimo rendiconto, relativo al 2016 presenta un buco di oltre 9 milioni e mezzo. Alla guida di entrambe le Ulss Antonio Compostella, che poi è divenuto il direttore generale della nuova azienda unica, operativa dal gennaio scorso. E se ad Adria l’attivo non rappresenta una novità, lo stesso dicasi per il passivo a Rovigo dove nel 2015 il buco era di 13,4 milioni. Nel bilancio di previsione 2016 presentato dall’allora direttore generale Arturo Orsini le perdite erano stimate in 43 milioni. È anche un po’ il gioco delle parti, visto che i previsionali vengono redatti prima dell’arrivo dei contributi regionali. Anche quest’anno il previsionale 2017 della nuova Aulss 5 Polesana indica uno squilibrio nei conti di ben 48 milioni di euro.
«Il 62% del minor risultato d’esercizio è spiegato da una riduzione dei contributi», si legge nella relazione di Compostella. Che nota anche come tale finanziamento «non può, ne potrà risultare sufficiente per l’anno 2017 e per gli anni successivi, al mantenimento, come sino ad ora è stato, sul territorio di tre strutture ospedaliere pubbliche, di tre case di cura private accreditate e di tutte le strutture territoriali». Intanto, bisogna fare i conti con i -9,6 milioni del 2016. Le decisioni prese dal direttore generale per un contenimento della spesa sono: la riduzione del 20% del budget per i laboratori analisi dei privati accreditati (Casa di cura “Città di Rovigo” e Centro Medico di Rovigo) con la contestuale attivazione del laboratorio provinciale e una riorganizzazione delle linee produttive; una riduzione delle spese per il sistema informativo; la cessazione della consulenza esterna di gastroenterologia a Trecenta; la ripresa della gestione diretta di servizi esternalizzati, come il servizio di accoglienza all’ospedale di Adria e il caricamento dei certificati del Dipartimento di prevenzione. Accanto a questo, un sollecito alla Regione per rimodulare i contributi, chiedendo «l’aumento della quota capitaria pesata, considerato che il risultato d’esercizio negativo è considerato strutturale da parte della stessa Regione, avendo questa determinato il punto di equilibrio atteso in -12.007.858».
Il Gazzettino di Rovigo – 3 giugno 2017