Un miliardo e 725 milioni di euro di costi a fronte di risorse disponibili per un miliardo e 620 milioni, con una previsione di perdita di 105 milioni: sono i numeri del primo bilancio previsionale dell’Usl 6 Euganea, che con i suoi 993 mila abitanti è la più grande di tutto il Veneto. Il documento di programmazione economica è stato approvato nei giorni scorsi dal direttore generale Domenico Scibetta che mette subito le mani avanti: «Trattandosi del primo bilancio della nuova Usl provinciale è stato composto in via del tutto prudenziale sui parametri degli anni precedenti, di fatto riportando i bilanci delle tre Usi di provenienza – la 16 di Padova, la 15 dell’Alta padovana e la 17 della Bassa – e su dati relativi al riparto nazionale e regionale ancora da definire, così come le assegnazioni per gli investimenti per le funzioni specifiche». Insomma, mancano ancora diverse voci, soprattutto sul fronte delle entrate, che lasciano sperare ampi margini di miglioramento per il conto finale dell’Usi Euganea.
Scibetta ne è convinto: «Sono molto ottimista sul fatto che i finanziamenti che arriveranno e le razionalizzazioni che abbiamo programmato, senza intaccare i servizi ai cittadini, consentiranno di avere a fine anno un bilancio consolidato anche migliorativo rispetto alla sommatoria dei conti delle tre Usl di provenienza».
Nel dettaglio le risorse disponibili per il 2017 nell’ambito dell’Usl 6 Euganea ammontano a 1 miliardo 619 milioni 916 mila euro che si contrappongono a costi di esercizio pari a 1 miliardo 724 milioni 930 mila euro, da cui deriva una perdita di esercizio di 105 milioni. Di questi 46 sono motivati dall’assegnazione provvisoria del finanziamento regionale e altri 10 dalla stima prudenziale di cisti per i quali la Regione non aveva ancora definito i tetti di spesa per le aziende sanitarie quando il bilancio è stato redatto. L’Usl 6 ha già previsto gli effetti che deriveranno dalle azioni di razionalizzazione determinate dall’applicazione dei tetti di costo che la Regione ha fissato all’inizio di marzo e che consentirebbero di limitare la perdita a 88 milioni. Tra le voci che compongono il valore della produzione la principale è quella dei cosiddetti “contributi di esercizio” -statali, regionali ma anche privati – che vale 1 miliardo 436 milioni di euro. A questa si aggiungo o quasi 127 milioni di ricavi per prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, 28 milioni e mezzo compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie (Ticket) e quasi 20 milioni di quota contributi in conto capitale.
Sul fronte, invece, dei costi, ci sono 140 milioni di euro per l’acquisto di beni sanitari e non sanitari, un miliardo per l’acquisto di servizi sanitari, 85 milioni di acquisti di servizi non sanitari, 22 milioni in manutenzioni e riparazioni, 17 per godimento di beni di terzi, 345 milioni di costi di personale.
A questi si aggiungono 27 milioni di euro per ammortamenti e 14 milioni e mezzo di accantonamenti. Sui conti dell’Usi Euganea pesano 43 milioni di euro di due project financing, quello per la realizzazione dell’ospedale Madre Teresa di Schiavonia – ex Usl 17 – per oltre 28 milioni, e quello per i poli tecnologici degli ospedali di Cittadella e Camposampiero – ex Usl 15 – per 14 milioni.
«L’ipotesi di riparto per la nostra Usl» fa notare Scibetta, «prevede un aumento dell’1 e mezzo per cento che vale circa 21 milioni di euro e ci sono 23 milioni di riduzione dei costi. Aggiungiamo 4 milioni e mezzo in tre anni di razionalizzazioni e i finanziamenti che otterremo per funzioni specifiche quali screening, attività di espianto e infine l’aumento della quota capitaria. Considerando anche il meccanismo dello sforamento programmato, ritengo che la prospettiva sia rosea per i nostri conti»
Il Mattino di Padova – 18 aprile 2017