«E’ la stagione del coraggio, quello necessario a compiere scelte che guardino al futuro, all’innovazione, alla qualità del nostro sistema sanitario, in coerenza con l’attuale situazione economica».
E’ con queste parole che la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha presentato la riforma del Ssr contenuta nei due provvedimenti – la revisione dell’ordinamento del Ssr e la razionalizzazione dei servizi – pre-adottati oggi dalla Giunta.
Il Ddl prevede la riduzione delle Asl da quattro a due (si chiameranno Umbria 1 e Umbria 2). Sono confermate le aziende ospedaliere di rilievo nazionale di alta specialità: l’Azienda ospedaliera di Perugia “Santa Maria della Misericordia” e l’Azienda ospedaliera “Santa Marià di Terni”, mentre viene introdotta la previsione di «un modello organizzativo e funzionale di Aziende ospedaliero-universitarie, in cui è perseguita la completa integrazione tra l’attività didattica e di ricerca di medicina e chirurgia e l’attività assistenziale», regolato con protocollo d’intesa tra Regione ed Università.
Inoltre il Ddl sviluppa le seguenti aree di intervento: forte valorizzazione delle attività di prevenzione; una rete territoriale più forte potenziando «residenzialità» e «domiciliarità»; una rete ospedaliera orientata alla medio intensità di cura i cui ospedali sono accorpati in un unico presidio con potenziamento del sistema di emergenza-urgenza; forte coinvolgimento dell’ associazionismo.
«Con questi due atti di riforma e riordino – hanno chiarito Marini e l’assessore alla Sanità Franco Tomassoni – si vuol rendere compatibile e coerente
il nostro intero sistema sanitario con le decisioni assunte dal governo, sia da quello in carica che dal precedente, che impongono rapide decisioni per poter fronteggiare la notevole riduzione della dotazione del Fondo sanitario nazionale e quindi dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni che, per la sola Umbria, comporterà una diminuzione di oltre 200 milioni di euro nei prossimi tre anni». Secondo Marini «l’Umbria può oggi mettere in campo una serie di riforme, senza per questo dover rinunciare al carattere universalistico e pubblico del nostro sistema sanitario. Anzi, grazie alla buona capacità di governo della sanità in Umbria, è possibile realizzare un significativo processo di riforma, riorganizzazione e razionalizzazione che consentirà l’ulteriore qualificazione del nostro sistema sanitario».
«La filosofia di fondo di questa riforma – ha proseguito l’assessore Tomassoni – è essenzialmente quella di realizzare un sistema sanitario unitario e integrato. Che superi, insomma, la competitività tra le diverse aziende sanitarie e ospedaliere. Ciò, oltre a garantire una maggiore coesione del sistema, ne aumenterà l’efficienza, ridurrà i costi e migliorerà la governancè complessiva ».
31 maggio 2012