«Vorremmo che fosse una festa di popolo». Per questo motivo, riassunto dal commissario Giuseppe Sala, Expo aprirà i battenti già il primo maggio, giorno dell’inaugurazione e data che finora era rimasta off limits. Sala non ha paura dell’overbooking: «Mi piacerebbe anzi che il primo giorno arrivassimo al livello massimo di ricettività previsto».
I maghi dei numeri di Expo, infatti, hanno valutato che, per questioni di sicurezza, il sito non potrà ospitare più di 250 mila persone e che, nel caso in cui si arrivi a quel numero, si potrebbe decidere di chiudere i cancelli. Un’ipotesi estrema, è ovvio: ma il primo maggio potrebbe davvero esserci un boom di arrivi.
La vendita di questo biglietto «speciale» comincerà il 10 marzo, insieme a quella degli ultimi pacchetti che sono stati studiati dalla società. Anzitutto, viene introdotto il ticket per chi vuole godersi i 130 e oltre ristoranti di Expo entrando solo alla sera: per chi si presenta ai tornelli dopo le 19 (tenendo presente che i padiglioni dei Paesi espositivi chiudono alle 20), l’ingresso costa 5 euro. Ci saranno poi opzioni di biglietti multipli: per due giorni consecutivi, per due o tre giorni nell’arco dei sei mesi. Introdotto infine anche il pass «stagionale», che garantisce un numero di entrate illimitate: costerà 119 euro per gli adulti, 89 per i senior e gli studenti fino a 25 anni e 57 per bambini dai 4 ai 13 anni e per i disabili. Tutti i pacchetti, come anche i biglietti singoli e le combinazioni per le famiglie che oggi sono già a disposizione, prevedono uno sconto di circa il 20 per cento se si acquista prima di maggio. Inoltre, è garantito un ulteriore piccolo risparmio se si sceglie una data fissa rispetto al biglietto «open». Il costo medio per l’ingresso di un adulto resta sui 30 euro (27 scegliendo il giorno della visita, 32 per la data aperta): «Siamo in linea con i costi dei parchi tematici nazionali e internazionali», spiega Sala, ricordando che «il biglietto consente di visitare i padiglioni di tutti i Paesi, i cluster, le aree tematiche e di seguire gli spettacoli, i convegni e i momenti di intrattenimento che verranno proposti ogni giorno». Restano esclusi ovviamente gli accessi ai ristoranti e alle varie forme di ristorazione previste: dai bar ai locali gestiti dalla Cir (la società che si è aggiudicata l’appalto per la ristorazione), dallo street food ai ristoranti regionali di Eataly, dal lusso di Identità Golose fino ai ristoranti internazionali presenti nei singoli padiglioni: solo il Giappone, per citarne uno, nei propri spazi proporrà tre locali in cui, grazie a protocolli sottoscritti con la comunità europea e il ministero della Salute, verranno prodotti alimenti particolari che solitamente in Italia non sono disponibili.
Cancelli aperti anche il primo maggio, dunque. Dopo la festa del 30 aprile, con il concerto di Andrea Bocelli in diretta su Rai 1 e la sfilata di Giorgio Armani, il giorno dell’inaugurazione si svolgerà una cerimonia a mezzogiorno alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del premier Matteo Renzi: la Farnesina sta anche completando la lista dei capi di Stato invitati al taglio del nastro. Alle 18 comincerà il concerto delle campane del Duomo di Milano che, a distesa, chiamerà poi i rintocchi festosi dei campanili di tutte le chiese della diocesi ambrosiana e alle 20 al Teatro alla Scala attaccheranno le note della Turandot (la cui anteprima, il 28 aprile, sarà riservata a lavoratori e fornitori che stanno realizzando l’opera).
Nel frattempo si contano i biglietti già venduti direttamente ai visitatori o attraverso i tour operator che hanno acquistato pacchetti in tutto il mondo (coperti da fideiussioni bancarie). La società è a quota 8,5 milioni, 5,2 piazzati all’estero. E se già si era detto del milione di turisti cinesi che hanno programmato la visita, se ne sono nel frattempo aggiunti 700 mila dagli Stati Uniti (e presto si dovrebbe arrivare al milione, anche grazie a convention in corso proprio questi giorni) 300 mila dall’Argentina (un boom inatteso legato, a detta della società, ad una sorta di «effetto papa Francesco»), 200 mila dagli Emirati Arabi, ma anche 150 mila dal Bangladesh e 25 mila dal Pakistan. Il mondo a Milano.
Elisabetta Soglio – Il Corriere della Sera – 27 febbraio 2015