“Usl Euganea, il personale sanitario è sfinito”: i cartelloni branditi tra i fischi e sventolati insieme alle bandiere della Cisl bastano da soli a riassumere il motivo dell’agitazione dei dipendenti della più grande azienda sanitaria della regione. Una cinquantina gli infermieri che ieri mattina si sono trovati davanti la sede di via Scrovegni dell’Euganea per protestare contro l’immobilismo della Direzione e il punto morto a cui sono approdati finora tutti i tavoli di trattativa aperti con i sindacati. Ad animare la protesta, che coinvolge complessivamente 6. 500 dipendenti tra infermieri, operatori socio-sanitari, amministrativi e tecnici, la Cisl Fp guidata da Michele Roveron e Fabio Turato. Nei giorni scorsi è stato dichiarato lo stato di agitazione e ora si attende che il prefetto di Padova Renato Franceschelli convochi i rappresentanti sindacali e il direttore generale dell’Euganea Domenico Scibetta per tentare di sbloccare la situazione di stallo. «Se nemmeno davanti al Prefetto il direttore porterà qualcosa di concreto si andrà allo sciopero» il monito che anticipa le questioni che la Cisl mette sul piatto. «Le nuove assunzioni riescono a malapena a coprire il turn over dei pensionamenti» sottolinea Turato, «ma non si riesce a rimpinguare le fila di infermieri che sono in cronica carenza. In più ci sono almeno 200 assenze determinate da maternità, malattie lunghe e aspettative che non vengono sostituite. Infine, non si tiene minimamente in considerazione che ben il 30 per cento di infermieri e operatori ha limitazioni muscolo-scheletriche certificate e può quindi operare con forti limitazioni». «Noi abbiamo chiesto i tavoli per la contrattazione decentrata, la riorganizzazione amministrativa e sanitaria e la sicurezza» aggiunge Roveron, «ma nulla si è concretizzato: la Direzione rinvia e tergiversa, risposte non ne arrivano. A un anno e mezzo dalla nascita dell’Usl Euganea manca totalmente l’omogeneizzazione dei servizi e l’organizzazione naviga a vista. E gli stessi servizi territoriali, fra cui l’assistenza domiciliare integrata, sono trascurati» accusa il segretario Cisl, «nonostante non si sia pensato due volte a procedere con il taglio dei posti letto ospedalieri. Comprendiamo molto bene anche il disagio dei medici e non ci stupisce la fuga di professionisti recentemente denunciata. I lavoratori sono esasperati». «Il mese scorso, ricorda da ultimo Turato, «non sono stati pagati gli straordinari e risulta impossibile programmare le ferie. Ovvio che se la situazione non cambia, resta solo lo sciopero». (Elena Livieri)
IL MATTINO DI PADOVA – Giovedì, 05 aprile 2018