Il Sole 24 Ore. Poche dosi, troppe dosi. Il pendolo della campagna vaccinale oscilla ma tra poco andrà tutto da una parte. A giugno sono previste 20 milioni di confezioni. Forse saranno anche di più. Maggio ne vedrà consegnate alla fine 17 milioni. Nel mese prossimo potrebbe avere il via libera anche Curevac con 7,3 milioni di dose aggiuntive. Mai c’è stata una massa di vaccini disponibile così cospicua. Il “liberi tutti” senza più distinzioni per fasce d’età e categorie prioritarie diventa inesorabile. Questione ormai di settimane. Al massimo la prima di luglio.
Il commissario Francesco Paolo Figliuolo, generale di corpo d’armata dell’Esercito, da militare non fa fughe in avanti. Anzi, a più riprese raccomanda alle Regioni di non andare fuori rotta. Ma proprio nella sua ultima comunicazione si può intravedere il prossimo arrivo dello schema di gioco «vaccinare tutti». Fin dall’inizio della campagna voluta dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, la struttura commissariale guidata da Figliuolo ha valutato e sollecitato il coinvolgimento dei medici di medicina generale. Ha aperto alle vaccinazioni in farmacia. Ha messo a punto uno sportello per convalidare le richieste dei siti produttivi: oggi con il visto del commissario straordinario all’emergenza COVID-19 ce ne sono già 840. Pronti a partire con il via libera delle Regioni di residenza. La Lombardia è già avanti.
I problemi, certo, non mancano. Ieri l’assessore Alessio D’Amato, Regione Lazio, ha chiesto a Figliuolo altre 100mila dosi: ci sono state in tre ore 6mila prenotazioni nelle farmacie, da oggi parte la prenotazione 43/40 anni più gli italiani residenti all’estero. In media (dati Lab24IlSole24Ore) la percentuale in Italia del vaccino somministrato rispetto al consegnato era ieri del 94,2%. Siamo quasi al limite. Sul territorio nazionale, poi, si stimano circa 700mila stranieri immigrati da paesi extra Ue ma non registrati nelle informatiche regionali. Non hanno tessera sanitaria o codice fiscale ma soltanto il tesserino Stp (straniero temporaneamente presente) rilasciato per l’accesso alle prestazioni sanitarie urgenti. Ed è ancora irrisolto il tema delle vacanze con i richiami dei vaccini. Legato soprattutto agli spostamenti dei giovani, compresi quelli destinati a trasferimenti all’estero per motivi di studio come le borse Erasmus. L’iniziativa e la decisione alla fine spettano a ciascuna regione. Un sostegno arriva dal green pass nazionale e poi quello europeo. Sul fronte ragazzi, tuttavia, la data decisiva è il 28 maggio: Guido Rasi, microbiologo dell’università di Roma Tor Vergata, ha sottolineato come quel giorno è atteso il parere dell’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, sulla somministrazione del prodotto Pfizer/BioNTech contro il Covid per la fascia d’età 12-15 anni. Dopo l’ok della Fda (Food and drug administration) statunitense quello di Ema è ormai prevedibile. «Allargare la vaccinazione ai giovanissimi è fondamentale. Fa parte del secondo pilastro della gestione della pandemia di Covid-19, stroncare i punti di possibile diffusione maggiore – ha spiegato Rasi – significa agire su quelli che girano molto, con la massima mobilità».
Figliuolo ha parlato di un «progressivo superamento dell’attuale sistema basato sulla struttura emergenziale». Per arrivare a «coinvolgere la totalità dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti e altri operatori del servizio sanitario nazionale». Così «riconducendo l’attività vaccinale quanto più possibile nell’alveo delle strutture ordinarie». Il problema sta nel coinvolgimento variabile, chi più chi meno, delle Regioni con i loro medici di base: funzione diretta del successo o meno di una campagna allargata. Un’ipotesi, quest’ultima, fondata per il commissario in base agli ultimi risultati. Gli obiettivi della campagna nelle prime tre settimane di maggio, target a 3,2 milioni di dosi a settimana, sono stati centrati al 97, 103 e 106%. Resta sempre la priorità della copertura totale delle categorie più a rischio. I medici di famiglia diventano preziosi se non decisivi per intercettare i non prenotati, i riluttanti, gli assenti, anziani sopra tutti. A giugno, con 20 milioni di dosi e più, divise per 30 giorni, in teoria si va a 666mila vaccini al giorno. Non sarà proprio così. Ma il libera tutti delle vaccinazioni appare ormai sempre più vicino.