La Stampa. Mentre i contagi tendono a non flettere più di tanto, a consigliare di tenere alta la guardia sono le varianti, che secondo l’Ecdc (il Centro europeo per il controllo delle malattie) sarabbero non solo più contagiose, ma farebbero anche aumentare di due o tre volte la possibilità di finire in un letto d’ospedale o peggio intubati. Questo senza considerare quella indiana, che sembra essere più pericolosa per l’organismo mentre è ancora da capire fino a che punto i vaccini mantengano efficacia al suo cospetto. Al governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che chiede lo stop dei voli dall’India, «magari sollecitando anche iniziative che coordinino a livello europeo gli arrivi», il ministro della Salute Roberto Speranza ha subito risposto con una nuova ordinanza più restrittiva che vieta l’ingresso, non solo via aerea ma da qualsiasi punto di confine, a chi negli ultimi 14 giorni sia transitato in India o in Bangladesh, rafforzando nello stesso tempo «le misure di isolamento per le persone residenti in Italia autorizzate al rientro».
Una stretta messa subito in pratica nella serata di ieri, dirottando in due strutture della Capitale i 214 passeggeri provenienti da Delhi, sbarcati a Fiumicino. Una parte sono stati accolti dalla cittadella militare della Cecchignola, altri in Covid hotel e tutti verranno sottoposti a controlli e tamponi. Misure più rigorose rispetto a quelle dell’ordinanza emanata appena quattro giorni fa, che consente di rientrare in Italia agli indiani che hanno la residenza da noi o che devono ricongiungersi ai familiari. Fermo restando l’obbligo di mostrare un tampone negativo e di mettersi in auto-isolamento per dieci giorni. Quarantena che la nuova ordinanza rende ora coatta. Anche se il sindaco di Fiumicino Esterino Montino chiede non fermarsi qui e di controllare i voli in triangolazione dall’India.
Nel frattempo il premier tende la mano agli indiani in piena emergenza umanitaria, con oltre 362 mila positivi confermati ieri in 24 ore e 200 mila morti dall’inizio della pandemia. «Desidero esprimere la mia profonda vicinanza al popolo indiano per le sofferenze provocate dalla nuova ondata dell’epidemia», ha detto Mario Draghi, annunciando l’invio di un sistema per la produzione di ossigeno messo a disposizione dalla regione Piemonte.
Ma se la variante indiana fa paura, le altre non sono da meno, come la predominante inglese, la brasiliana sempre più presente nel centro Italia (20% dei casi nel Lazio) e quella sudafricana fortunatamente ancora poco in circolazione. Secondo uno studio dell’Ecdc condotto su 20 mila contagiati da varianti e 3.348 senza, il rischio di ricovero con quella inglese è 1,7 volte più alto, con quella sudafricana 3,6 volte maggiore e con quella brasiliana 2,6 volte superiore. Lo studio ha rilevato anche un maggior rischio di essere ricoverati in terapia intensiva, che è 2,3 volte maggiore con la variante inglese, 3,3 volte maggiore con quella sudafricana e 2,2 volte più alto con quella brasiliana. Numeri che sembrano dar ragione al partito rigorista che vorrebbe mantenere il coprifuoco e quel po’ che c’è ancora di chiuso fino a quando il numero di vaccinati non sarà più consistente. Pur dovendo forse fare a meno dello Sputnik che, come affermato dal virologo Roberto Burioni, avrebbe un problema grave: il virus che fa da vettore alla proteina Spike si replicherebbe nell’organismo. Intanto ieri 13.385 contagi, più o meno gli stessi di una settimana fa. Un plateau sul quale ancora ieri c’è chi ha pianto altre 344 vittime: sono oltre 120 mila da inizio pandemia. pa. ru. —