Vegetariani, si sta diffondendo il “pentitismo”. Dopo anni di adesione incondizionata al menù fatto solo di verdure e proteine vegetali si comincia a vedere un’inversione di tendenza. Un’inversione che, unita a novelli stili alimentari, ha dato origine a una nuova filosofia. Quella dei flexitariani. Non sono onnivori ma nemmeno vegetariani, sono i flexitariani. Questo nuovo popolo del gusto segue un regime alimentare prevalentemente vegetariano con inserzioni (a cadenze ben definite) di prodotti di origine animale.
IL GUSTO «La cucina flexiteriana – spiega Matteo Cavoli chef del Fiore, ristorante romano flexitariano – segue le basi di una sana cucina vegetariana, ma senza rinunciare alle protine della tradizione mediterranea e, ovviamente, al gusto. Abbiamo rielaborato la proposta flexiteriana in termini di materie prime e tecniche di cottura, privilegiando alimenti vegetali o di origine vegetale ma senza escludere alimenti di origine animale: li integriamo scegliendo solo prodotti biologici di grande qualità. Il tutto nel rispetto dell’ambiente, scegliendo allevamenti estensivi, e della sostenibilità, con prodotti stagionali, bio e a filiera corta, escludendo tonno e pesce spada e privilegiando il pesce azzurro, con un’attenzione speciale al territorio e ai piccoli produttori di qualità».
Lanciata dalla dietista Dawn Jackson Blatner, autrice del libro “La dieta Flexitariana”, questo regime alimentare ha avuto anche l’imprimatur dello Studio Prospettico Europeo sulla Dieta e la Ricerca sul Cancro dell’ Università di Oxford-EPIC, che dimostra che la dieta flexetariana può apportare vantaggi analoghi a quella vegetariana per quanto riguarda peso e salute cardiovascolare senza incorrere nelle carenze vitaminiche di un regime solo veg.
Le regole sono semplici e prevedono che, per due volte la settimana, a frutta (fresca o secca), verdura, cereali integrali, legumi e derivati dalla soia (tofu o tempeh) si possono aggiungere piccole dosi di carne, pesce, uova e latticini. Assolutamente vietati nella dieta flexitariana i lieviti, quindi niente pane e pizza, e gli zuccheri raffinati. Con questa dieta si riescono a perdere fino a 5 chili in un mese e pare sia il segreto della remise en forme di tante star di Hollywood, una fra tutte Gwyneth Paltrow che grazie alla “flexitarian diet” ha riacquistato, dopo il parto, il suo fisico mozzafiato. Per ottenere i risultati migliori, ogni giorno si devono introdurre 1.500 calorie ripartite fra 300 a colazione, 400 a pranzo, 150 in ognuno dei due spuntini e 500 a cena. Per un dimagrimento più drastico e rapido le calorie diventano 1.200 eliminando gli spuntini mentre per una perdita di peso più lenta è possibile aumentare le calorie a 1.800 raddoppiando la colazione. Oltre che per dimagrire, la flexitariana è considerata una “dieta di transizio ne” per “vegetariani pentiti”.
PIATTI PRONTI Infatti, secondo una ricerca dell’Human Research Council l’84% dei vegetariani e dei vegani abbandona le verdure per tornare a mangiare carne. Senza pensare ai numeri americani basti dire che in Italia quasi 2 milioni di persone si dichiara vegetariana o vegana e che, un loro ritorno alle proteine animali, ancorché parziale, potrebbe essere un buon business per la grande distribuzione. In Svizzera hanno già colto al volo l’opportunità realizzando il primo supermercato flexitariano. Si chiama Karma ed è un nuovo format nato all’interno di Coop Svizzera. Qui si possono trovare frutta, verdura e prodotti freschi ma anche piatti pronti, alimenti confezionati, bevande e cosmetici bio per soddisfare il 40% della popolazione svizzera che si dichiara appunto “flexitariana”.
Il Messaggero – 19 luglio 2017