C’era già un certo sentore del fatto che tutti avessero fretta di cominciare. Ma ora il sospetto di impazienza è certificato da un atto che non ha precedenti nella storia del Veneto: per la prima volta dalla sua istituzione, la seduta inaugurale del consiglio regionale è stata convocata (anzi riconvocata, dopo il pasticcio della Corte d’appello) secondo la procedura d’urgenza, accorciando quindi di ventiquattr’ore il preavviso imposto dallo statuto e dal regolamento.
Un’impellenza spiegata dalla volontà del governatore Luca Zaia di ribadire in aula il trionfo delle urne, centrando già venerdì l’obiettivo di eleggere il presidente e l’ufficio di presidenza, in modo da poter subito presentare la giunta lunedì prossimo, quando saranno immediatamente cantierati i primi progetti di legge a cominciare dal testo sulla questione di fiducia.
La riconvocazione della prima seduta del consiglio regionale è stata diramata ieri mattina dagli uffici del servizio attività e rapporti istituzionali di Palazzo Ferro Fini. A firmarla il consigliere anziano Fabiano Barbisan, che ha fornito ai colleghi un breve riassunto delle puntate precedenti, in merito alla telenovela della proclamazione degli eletti. In sostanza la nota fa presente che venerdì scorso l’Ufficio centrale regionale ha provveduto al parziale annullamento del verbale delle operazioni elettorali, il che ha comportato la revoca dell’originaria convocazione, inizialmente fissata per ieri e oggi. Fin qui tutto come da previsioni.
La novità è contenuta piuttosto nel nuovo invito, che vale la pena citare nel suo burocratese: «A norma dell’articolo 49 dello Statuto e dell’articolo 2 del Regolamento, la prima riunione del Consiglio regionale è riconvocata, con la procedura d’urgenza di cui al comma 2 del succitato articolo 49 dello Statuto, presso l’aula consiliare di Palazzo Ferro Fini in Venezia per venerdì 26 giugno 2015 alle ore 15».
In via ordinaria sarebbe necessario far passare almeno cinque giorni fra l’annuncio e la seduta, mentre la procedura d’urgenza permette di ridurre il lasso di tempo a quarantott’ore. Quest’ultima è stata la decisione presa dal segretario generale Roberto Zanon ieri, suo ultimo giorno di lavoro, visto che da oggi sarà in pensione. Si è trattato quindi di una scelta decisamente insolita trattandosi del debutto di una legislatura, che come tale è stata il frutto della valutazione di considerazioni fatalmente contrapposte. Da un lato l’esigenza di assicurare ai veneti, il più presto possibile dati i ritardi finora accumulati, gli organi tuttora vacanti; dall’altro il rischio di incorrere nell’invalidazione degli atti assunti da un consiglio regionale che si sia insediato in assenza del presupposto di urgenza (un appiglio a cui potrebbe fare comodo attaccarsi, nel velenoso clima di ricorsi che avvolge l’inizio di questo mandato).
Comunque sia la data è stata messa nero su bianco per venerdì alle 15, con eventuale prosecuzione sabato a partire dalle 10.30. Ma pare di capire che non sarà necessario attendere l’opportunità della maggioranza semplice, concessa nel secondo giorno, per ottenere l’elezione del presidente (con ogni probabilità il leghista Roberto Ciambetti) e dei suoi vice (fra i quali sicuramente un esponente del Partito Democratico: circola il nome di Stefano Fracasso). Zaia sarebbe certo di avere già i 34 voti necessari a sostenere la maggioranza qualificata dei due terzi, prevista dal regolamento per i due scrutini della prima giornata. In questo modo già lunedì 29 giugno potrebbe ufficialmente essere varato il governo Zaia II.
Il Corriere del Veneto – 23 giugno 2015