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Veneto. Allarme influenza: il virus muta, il vaccino no. «Potrebbe diventare meno efficace»

I microbiologi: «Già scavalcato dalle infezioni respiratorie». E’ mutato in parte il virus dell’influenza, quindi l’Organizzazione mondiale della Sanità consiglia di cambiare anche il vaccino, che altrimenti rischia di non essere totalmente efficace.

Lo rivela l’Associazione microbiologi clinici (Amcli) — il cui referente veneto è il dottor Mario Rassu dell’Usl 6 di Vicenza —, che avverte: «Circoleranno tre virus. Due di tipo A presenti anche l’inverno scorso, cioè il ceppo H1N1 responsabile della pandemia del 2009 più l’H3N2 da tempo presente nelle epidemie stagionali, e da un ceppo B variante rispetto a quelli visti finora. Perciò il vaccino contiene il ceppo virale A/California/2009 (l’H1N1), il ceppo A/Victoria/2011 (l’H3N2) e il B/Massacchussets/2012, ma l’Oms quest’anno ha raccomandato che venga prodotto un siero quadrivalente contenente un secondo virus del gruppo B, cioè il B/Brisbane/60/2008-like».

Non è finita. Gli stessi microbiologi spiegano che a mettere a letto decine di veneti con febbre, dolori alle ossa, mal di gola e astenia sono nell’ultimo mese virus parainfluenzali, così aggressivi da colpire anche le persone vaccinate. «Dai materiali respiratori che giungono in laboratorio stiamo isolando virus parainfluenzali, soprattutto nei bambini e negli anziani — spiega Pierangelo Clerici, presidente dell’Amcli —. Siamo di fronte a una stagione che precede quella influenzale ma sulla quale bisogna tenere alta la vigilanza, perché tali virus sono responsabili di forme respiratorie anche severe, che possono affliggere pure i soggetti immunizzati contro l’influenza». E di conseguenza la società scientifica dei professionisti direttamente impegnati nell’individuazione dell’influenza richiama l’attenzione sull’inefficacia, in questi casi, del vaccino. Che comunque gli specialisti continuano a raccomandare ai soggetti deboli, a rischio complicanze, come gli anziani, gli immunodepressi, i malati gravi, i bambini.

Nel frattempo però la Regione ha già comprato 900 mila vaccini trivalenti, perchè l’inizio della somministrazione è ormai prossima (inizio novembre) e soprattutto perchè dal ministero della Salute non è arrivata alcuna comunicazione inerente la mutazione del virus e la raccomandazione dell’Oms di ricorrere a un nuovo siero quadrivalente. L’obiettivo è la copertura di almeno il 70% della popolazione, stando alla percentuale raggiunta nella stagione passata, che ha registrato una flessione rispetto al 2011, quando i cittadini ricorsi al vaccino avevano toccato il 75%. Da lunedì i «medici sentinella», individuati in diverse Usl tra cui Padova e Verona, inizieranno il periodo di sorveglianza, che consentirà alla Regione di emettere bollettini settimanali sull’andamento della patologia, da trasmettere al ministero.

«E’ difficile cambiare il vaccino, perchè non si fa mica adesso, si produce tra marzo e aprile, quando l’influenza fa la sua prima comparsa nell’emisfero australe — chiarisce il professor Giorgio Palù, a capo del laboratorio di Microbiologia di Padova (riferimento regionale) e presidente nazionale dei virologi — e per averlo bisogna aspettare qualche mese. Ora è tardi per mettere a punto un quadrivalente, a meno che non scoppi un’altra pandemia come quella del 2009 (la “suina”, ndr). E poi: che ci sia una variante del virus è vero, così come si riscontrano inedite “riassortanti” tra maiale, uomo e anatra, ma prima di definire tutto ciò un nuovo ceppo ce ne vuole».

Mentre gli scienziati discutono, l’arrivo dell’influenza «vera» è previsto a dicembre, mentre il picco si preannuncia a fine gennaio.

Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 25 ottobre 2013

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