Chiedi all’Europa e ti risponde la Regione. Così è andata per gli agricoltori che non sanno come vendere il raccolto di mais 2012, destinato agli allevamenti ma reso fuorilegge dalla eccessiva contaminazione di cancerogene micotossine. Per loro si è aperto un paracadute “a km zero”.
La Regione Veneto – dove si trova la maggior parte delle aziende coinvolte ha deciso di stanziare 10 milioni di euro per rifondere parte del danno. Il caso, trattato la settimana scorsa dal Salvagente, riguarda una partita stimata in almeno 20 milioni di quintali di mais, ancora stipati nei magazzini che tra pochi mesi dovrebbero accogliere il raccolto 2013. Per riuscire a vendere il mais contaminato (fino a 5 volte i limiti di legge), le organizzazioni degli agricoltori hanno chiesto di aumentare le soglie previste per queste tossine (epatocancerogene). Contraria solo Coldiretti . La richiesta di rivedere i limiti, chiedendo all’Efsa di valutarne la pericolosità, è stata presentata ai due ministeri coinvolti, Salute e Politiche agricole. E da metà aprile è veicolata anche da due interrogazioni presentate alla Commissione europea da due eurodeputati (Giancarlo Scottà e Oreste Rossi). Tutto è ancora possibile, insomma. L’unico rifiuto forte e chiaro lo ha espresso il ministero della Salute , che ha dichiarato al Salvagente che i limiti non si toccano. Ad attenuare in parte l’emergenza si inserisce ora l’ assessore all’ Agricoltura del Veneto, Franco Manzato , che alla carota del sostegno finanziario associa un po’ di bastone verbale, quando dichiara: “Voglio ricordare che da anni ormai l’intervento pubblico si traduce in un significativo contributo sui premi assicurativi”. Mentre c’è chi rifiuta l’onere del rischio d’impresa e chiede di sanare per legge il mais contaminato, infatti, c’è anche chi si concentra solo sulla stagione in avvio. Sono gli agricoltori che hanno sottoscritto un’assicurazione contro il rischio siccità. Come le 4mila aziende nel Veneto , aderenti al consorzio Condifesa, che hanno già ottenuto 10 milioni di euro a titolo di risarcimento del danno alle loro colture. Combinazione: la stessa cifra che la Regione Veneto deve ora impegnare nel bilancio 2013 per soccorrere chi ha scelto di competere senza rete. La giustificazione di chi non ha scelto l’assicurazione, e ora fa i conti con il raccolto di mais invendibile, è che le colture industriali rendono poco, e la polizza è un costo troppo gravoso. Ora – a cose fatte – qualcosa potrebbe cambiare. Da quest’anno le polizze per l’agricoltura finanziate al 65% dallo Stato includono anche il rischio aflatossine
Il Salvagente – 14 aprile 2013