Corriere del Veneto. È giallo sulla data di ripresa della scuola in Veneto, argomento delicato che incide sulla vita di 600 mila studenti, 50 mila insegnanti e le loro famiglie.
La Regione ha infatti deciso di rimettere in discussione le date stabilite e già comunicate a metà giugno, quelle del 13 settembre per la ripresa di elementari e medie e del 16 settembre per le superiori, a causa della pressione degli albergatori e dei sindaci del litorale, che sperano di poter allungare così la stagione turistica fino alla vigilia dell’autunno, ma anche della comunità ebraica, che contesta l’accavallarsi del ritorno sui banchi dei ragazzi più grandi con la ricorrenza di Yom Kippur, che sarà celebrata dalla sera del 15 settembre alla sera del 16 settembre.
Il punto è che mettere mano al calendario scolastico, a maggior ragione dopo che questo è già stato ufficializzato dando via libera agli istituti per l’organizzazione interna, è come mettere le mani in un nido di vespe e difatti al termine di una giornata concitata, con riunioni continue tra l’assessore all’Istruzione Elena Donazzan, la direttrice del l’Ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo, i sindaci e le sigle degli albergatori (che non sembrano avere una posizione comune), il presidente Luca Zaia, che aveva annunciato per ieri sera l’annuncio sulla data definitiva, si è visto costretto a rimandare a questa mattina, nel corso della conferenza stampa di mezzogiorno sul Covid, ogni comunicazione nel merito. Potrebbe essere lunedì 20 settembre ma resta in piedi anche l’ipotesi di lunedì 13, una settimana prima. In entrambi i casi, come chiesto dal governo in Conferenza delle Regioni, la data prescelta sarà valida per tutti gli studenti, dalle elementari alle superiori, nell’ottica di una razionalizzazione del ri torno in classe (che secondo quanto riferiscono gli esperti del Cts avverrà comunque con mascherine e rigidi protocolli anti-Covid).
Ora, dal momento che nel 2020 l’anno scolastico iniziò il 14 settembre e nel 2019 iniziò l’11 settembre, la scelta del 13 settembre come data di avvio delle lezioni non rappresenterebbe minimamente una novità per il Veneto e non si capirebbe come questa potrebbe venire incontro alle richieste degli albergatori e dei sindaci dei Comuni costieri di dare alle famiglie più tempo per spendere le loro vacanze (l’unico pregio, calendario alla mano, sarebbe quello di risolvere la sovrapposizione con Yom Kippur; una questio ne non secondaria per Zaia, che ieri ha ammonito: «Dobbiamo essere rispettosi di tutte le confessioni religiose»).
Viceversa, la data del 20 settembre, per quanto non rivoluzionaria (ieri era circolata addirittura l’ipotesi di ottobre), almeno allungherebbe davvero le ferie degli studenti di una settimana, dando la possibilità a chi lo vorrà – meteo permettendo – di sfruttare fino all’ultimo giorno d’estate. Ma per quale motivo l’annuncio perentorio dato da Zaia in conferenza stampa («La delibera è pronta, mancano solo gli ultimi ritocchi poi inseriremo la data nero su bianco e sarà di sicuro verso fine settembre») ha finito col tramutarsi in un estenuante gioco al rinvio? Della diversità di vedute all’interno della categoria degli albergatori si è detto, così come dei problemi sollevati dagli istituti, alle prese con docenti e personale Ata; poi ci sono le famiglie e qui starebbe il vero nodo: allungare la permanenza di bambini e ragazzi a casa complica infatti la vita dei genitori lavoratori (e a ben vedere suona pure come un controsenso rispetto alla volontà di far recuperare agli studenti il tempo perso col Covid), aprendo scenari complessi tra centri estivi, nonni, baby sitter. «Le mamme non si preoccupino – aveva messo le mani avanti non a caso Zaia sin dal mattino – l’Ufficio scolastico garantisce il Piano estate, quindi chi lo vorrà potrà mandare i propri figli a scuola lo stesso per le attività alternative già sperimentate a giugno». Ma non tutte le scuole hanno aderito al Piano, dunque l’incertezza resta.
Nell’attesa che l’orizzonte si chiarisca, il presidente, intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini ieri sera a Padova, ha voluto escludere nuovi lockdown in futuro: «Io dico: mai più lockdown, anche se la situazione dovesse nuovamente aggravarsi. È arrivato il momento di imparare a convivere con il virus».