Fra un blitz dei cavatori (sventato) e una promessa ai disabili (mantenuta), passando per un altolà a Venezia (intesa come Città Metropolitana), il consiglio regionale ha approvato ieri la legge di riordino delle funzioni amministrative provinciali. Un via libera arrivato con 32 voti favorevoli (Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si sono astenuti), praticamente al fotofinish di una corsa iniziata con il varo della Delrio, che per un anno e mezzo ha tenuto in apprensione i dipendenti degli enti diventati di secondo livello.
«Non ci saranno esuberi di personale», queste le parole che la giunta avrebbe potuto vergare sull’ideale linea del traguardo, se a contare nel frangente non fossero stati piuttosto i numeri: 28.256.000 euro per il 2015, 40 milioni ciascuno per il 2016 e il 2017.
Con tali stanziamenti la prosecuzione delle cosiddette attività non fondamentali, come cultura, difesa del suolo, sport, servizi sociali e formazione professionale (il lavoro avrà una disciplina transitoria), è infatti garantita pure per i prossimi due anni. «Questo è l’unico dato positivo – ha commentato il correlatore Stefano Fracasso del Pd – perché per il resto non è stata invece colta l’opportunità di mettere mano ad una riorganizzazione complessiva, coinvolgendo anche i bacini di rifiuti e trasporto pubblico». L’articolato prevede comunque una sorta di clausola di revisione. «Man mano che vedremo come funziona questa riforma – ha spiegato il relatore Marino Finozzi della Lega Nord – potremo trasferire anche altre competenze».
Non è invece passato l’emendamento, proposto proprio dal presidente della commissione Politiche Istituzionali, che puntava a trasferire in capo alle ex Province le autorizzazioni in materia di attività estrattive. «Un testo dell’ultimo secondo, sfornato nel momento in cui i cavatori si sono presentati ad assistere alla seduta – ha riferito Maurizio Conte della Lista Tosi, ex assessore all’Ambiente – che voleva annullare il progetto di legge sul piano cave presentato due mesi fa». Nella lettura dei tosiani, il tentativo di pressione lobbistica è stato scongiurato col repentino ritiro della proposta emendativa: «Il consiglio non è un’osteria in cui si possono cambiare le leggi a suon di proteste», hanno fatto muro Andrea Bassi, Stefano Casali e Giovanna Negro.
È invece passato l’avvertimento rivolto a Luigi Brugnaro nel suo ruolo di sindaco della Città Metropolitana. «Il conferimento della delega in materia urbanistica – ha spiegato il proponente Gianluca Forcolin, assessore regionale agli Enti Locali – resterà bloccato finché non verrà approvato lo statuto della nuova entità. Ritengo infatti doveroso capire come la Città Metropolitana intende governarsi e di conseguenza dare garanzie a tutti i 44 Comuni dell’intera provincia».
Confermata la copertura dei servizi di assistenza ed accompagnamento scolastico per 2.634 disabili sensoriali. «Posso rassicurare le famiglie, le associazioni e gli operatori – ha dichiarato Manuela Lanzarin, assessore regionale alle Politiche Sociali – che sarà garantito l’impegno di spesa pari a 12 milioni di euro all’anno». Una necessità che ha convinto la stessa maggioranza a turarsi il naso rispetto alla contestata Delrio: «L’approvazione di questa legge – ha rimarcato Massimiliano Barison, capogruppo di Forza Italia – dimostra una grande responsabilità da parte della Regione rispetto ad un provvedimento pessimo del governo».
Il Corriere del Veneto – 28 ottobre 2015